(di Michele Esposito)
L'ora della verità per Ursula
von der Leyen, l'atteso show di Viktor Orban, la ricetta di
Mario Draghi per l'Europa illustrata all'Aula: l'Eurocamera
torna a riunirsi dopo la pausa estiva e riparte all'insegna
dell'alta tensione. Settembre, tradizionalmente, è un mese
crocevia per l'agenda comunitaria, essendo il momento dello
State of Union della presidenza della Commissione. Quest'anno,
tuttavia, sarà ancor più decisivo: von der Leyen, salvo
clamorosi colpi di scena, presenterà infatti la lista dei nuovi
commissari martedì mattina a Strasburgo.
Lunedì pomeriggio la numero uno di Palazzo Berlaymont avrà
gli ultimi incontri con i gruppi parlamentari. Testerà,
soprattutto, gli umori di Socialisti, Liberali e Verdi, tornati
alla trattativa silente dopo i giorni delle proteste per
l'intenzione di von der Leyen di assegnare la vice presidenza
esecutiva a Raffaele Fitto. Il ministro italiano dovrebbe
conservare l'importante carica all'interno della Commissione ma
difficilmente potrà mantenere la delega agli Affari economici.
Più probabilmente saranno Coesione e attuazione del Pnrr gli
ambiti in cui avrà potere decisionale.
A 24 ore dalla presentazione della lista ai presidenti dei
gruppi parlamentari, tuttavia, i giochi non sono ancora chiusi.
Resta pendente, innanzitutto, il caso della Slovenia. Lubiana
non ha ancora formalizzato la candidatura di Mart Kos, ex
diplomatica subentrata a Tomaz Vesel con il sospetto pressing di
von der Leyen a causa della penuria di donne nella nuova
Commissione. Il Parlamento sloveno non ha dato il via libera e
Kos, da giorni è bersaglio dell'opposizione, che al Pe siede nel
Ppe. Von der Leyen potrebbe spingere il primo ministro Robert
Golob a forzare la mano, acuendo, tuttavia, l'irritazione degli
eurodeputati sloveni. Difficile, invece, che la presidente
spinga il governo maltese a cambiare candidato (Glenn Micallef)
in nome dell'equità di genere. Al momento sono solo undici le
donne che potrebbero sedere nel nuovo esecutivo Ue.
Il destino di molti candidati resta legato all'esito delle
audizioni presso le commissioni dell'Eurocamera. E tra i più in
bilico c'è l'ungherese Oliver Varhelyi. I rapporti tra Bruxelles
e Budapest, con la presidenza di turno nelle mani dell'Ungheria,
si sono deteriorati. La presentazione delle priorità del
semestre in Aula, da parte di Viktor Orban, potrebbe
ulteriormente peggiorarli. A Strasburgo sono attese diverse
proteste dei gruppi europeisti, che potrebbero arrivare a
boicottare il discorso di Orban, previsto mercoledì. Il premier
ungherese, rompendo una prassi consolidata, parlerà tuttavia
prima alla stampa, in un incontro organizzato martedì
pomeriggio. E sotto i riflettori sono destinati a finire anche
due dei partiti al governo in Italia: Fdi e soprattutto la Lega,
con Matteo Salvini che, sulla vicenda Open Arms, ha incassato la
piena solidarietà dei Patrioti.
Orban parlerà a Strasburgo poco dopo l'intervento di Mario
Draghi, previsto martedì alle 13:30. L'ex presidente della Bce
illustrerà all'Aula la strada per risollevare le sorti
economiche dell'Europa. Una strada che, secondo Draghi, passa
necessariamente per un nuovo debito comune. "Spero che il
rapporto che io ho scritto e quello di Draghi siano
concretamente, subito, il piano di azione della commissione", ha
sottolineato Enrico Letta, autore del report sul mercato interno
presentato la scorsa primavera.
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