(di Michele Esposito)
A tarda sera, in un'Eurocamera
ormai vuota, la nuova Commissione europea disegnata da Ursula
von der Leyen ha avuto l'atteso - ma ancora informale - via
libera dei gruppi della maggioranza. Volto disteso, prudenza
d'ordinanza, la presidente ha lasciato gli edifici del
Parlamento europeo limitandosi ad un generico "vediamo" con i
cronisti che gli chiedevano dell'appuntamento di martedì mattina
per la lista dei commissari. Ma secondo diverse fonti europee è
quasi certo che tra qualche ora, alla Conferenza dei presidenti
dei gruppi, von der Leyen presenterà la sua lista. Con una
sorpresa dell'ultima ora: al posto di Thierry Breton, nella
casella destinata alla Francia ci sarà Stéphane Séjourné.
A dispetto di cinque anni fa sulla lista dei nuovi commissari
fino all'ultimo è stata mantenuta una coltre di riserbo, dovuta
anche ad una certa instabilità delle ipotesi di deleghe da
assegnare. Tra i principali nodi che la presidente della
Commissione ha dovuto affrontare c'è stato quello della
vicepresidenza esecutiva da destinare a Raffaele Fitto. Il
ministro italiano avrà - anche se manca ancora l'ufficialità -
la delega alla Coesione e al Pnrr e dovrebbe mantenere il ruolo
pensato per lui prima della veemente protesta di socialisti,
liberali e verdi: quello cioè di una vicepresidenza forte,
formalmente dello stesso peso di quelle che avranno il francese
Séjourné, la spagnola Teresa Ribera, il lettone Valdis
Dombrovskis, lo slovacco Maros Sefcovic e l'estone Kaja Kallas.
Il tutto nonostante il voto contrario a von der Leyen sia di
Giorgia Meloni in seno al Consiglio europeo sia di Fdi alla
Plenaria di luglio. Sul tavolo di Fitto ci sarà subito un
dossier caldissimo, quello del rinvio della deadline del Pnrr:
"Non è impossibile, dipende dai numeri", ha spiegato il
commissario uscente Paolo Gentiloni.
I principali movimenti tellurici dell'ultimo miglio hanno
invece riguardato il candidato francese. Alle prime luci del
giorno Thierry Breton, potente vicepresidente esecutivo con
delega al Mercato interno, ha messo in scena un clamoroso
strappo. In un primo tweet ha pubblicato la cornice di un quadro
vuoto, spiegando che quello sarebbe stato il suo ritratto nella
nuova Commissione. Subito dopo ha reso noto la lettera con cui
ha ritirato la sua candidatura e ha rassegnato le dimissioni
immediate. Von der Leyen, è stato il suo j'accuse, ha lavorato
per chiedere l'esclusione della sua candidatura "per ragioni
personali che in nessun caso sono state discusse direttamente
con me". Ciò che Breton non ha reso noto è che il presidente
Emmanuel Macron era sostanzialmente d'accordo. Poco dopo,
infatti, l'Eliseo ha annunciato la designazione di Sejourné
mettendo in chiaro l'obiettivo di Parigi: avere, all'interno
della Commissione, una delega forte "sulla sovranità industriale
Ue e sulla competitività". Il cluster di Sejourné (ogni
vicepresidente esecutivo è infatti supervisore di un gruppo di
commissari), raccontano diverse fonti europee, potrebbe a questo
punto includere anche il portafoglio all'Economia.
Al di là della distribuzione dei ruoli, ciò che emerge dalle
nomine di von der Leyen è che la futura Commissione sarà
nettamente a sua immagine e somiglianza. Una volta esclusi
profili forti e non sempre in linea con la presidente, come
quelli di Breton, Frans Timmermans e in misura minore Margrethe
Vestager, i poteri dell'ex ministra tedesca, di fatto,
risulteranno ben più incisivi. "Sarà un esecutivo Ue accentrato
su Ursula, che opererà aspettando i suoi placet", è l'opinione
di un europarlamentare della maggioranza di lungo corso. I
socialisti potranno consolarsi con la delega della Concorrenza
affidata a Ribera, mentre sul portafoglio del Commercio è dato
in vantaggio il ceco Jozef Sikela sull'olandese Woepke Hoekstra,
dato tra i papabili per l'Economia. La delega alla Giustizia
appare diretta alla svedese Jessika Roswall, quella
dell'Agricoltura al lussemburghese Christophe Hanses, i
Trasporti al greco Apostolos Tzitzikostas. Il dossier della
Migrazione potrebbe finire invece nelle mani della belga Hadja
Lahbib mentre il Digitale avrà i colori finlandesi di Henna
Virkkunen.
Resta da capire se domani von der Leyen presenterà la squadra
- undici in totale le donne - anche alla stampa, perché il
Parlamento sloveno non ha dato ancora via libera alla candidata
Marta Kos. In ogni caso, von der Leyen andrà per la sua strada.
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