(dell'inviato Michele Esposito)
Vicepresidente esecutivo con
delega alla Coesione e alle Riforme. Per definire il ruolo che
Raffaele Fitto avrà nella nuova Commissione occorre partire
innanzitutto dal titolo e dal grado. Ed entrambi mostrano che
nella partita tra Ursula von der Leyen e i gruppi filo-Ue del
centrosinistra, ha vinto la prima. La presidente della
Commissione, con la ferma sponda del Ppe, ha portato l'Italia e
i conservatori a bordo. E ha cercato di placare le ire di
socialisti e liberali dando loro dossier maggiormente incisivi.
Il macroniano Stéphane Séjourné sarà il riferimento per le
Politiche industriali e gli Affari economici. La spagnola Teresa
Ribera, oltre alla Concorrenza, sarà il terminale dei dossier
climatici ed energetici. Giochi chiusi? No. Perché alle
audizioni all'Eurocamera sarà battaglia tra i gruppi. E Fitto
finirà nel mirino.
La vittoria di von der Leyen sull'assegnazione di un ruolo
apicale a Fitto, a Roma, viene interpretata soprattutto come la
vittoria dell'Italia. "Nella Commissione Ue vale il peso della
nazioni e l'Italia è una nazione che conta", ha esultato la
premier Giorgia Meloni sottolineando come le ambizioni
dell'Italia siano state pienamente ripagate. "La materia è
economica e il ruolo di vicepresidente è influente", ha
ricordato il capo del governo. Certo, nel delicato puzzle della
divisioni di poteri ognuno prova a tirare l'acqua al suo mulino.
Ma, stando ad un documento circolato informalmente nei palazzi
brussellesi, sono tre i commissari - e i dossier - che faranno
capo a Fitto: il greco Apostolos Tzitzikostas, titolare di
Trasporti e Turismo; il cipriota Costas Kadis, che ha la delega
alla Pesca e agli Oceani; e il lussemburghese Christophe Hansen,
titolare dell'Agricoltura. Fitto co-gestirà inoltre con l'alto
rappresentante Kaja Kallas il dossier Allargamento, affidato
alla slovena - ancora non formalizzata - Marta Kos. L'ormai ex
ministro italiano potrà contare sul supporto di un'intera
direzione generale, la Dg Regio, e gestirà il Recovery in
coabitazione con Dombrovskis, focalizzandosi innanzitutto sulla
parte dell'attuazione.
La Coesione, hanno sottolineato fonti di governo, vale nel
complesso 378 miliardi per il ciclo 2021-2027, dei quali 43 sono
per l'Italia. "La nomina di Fitto conferma la credibilità e il
ruolo dell'Italia", ha rimarcato anche il vicepremier e ministro
degli Esteri Antonio Tajani. "Fitto porterà avanti gli interessi
italiani in Ue", gli ha fatto eco a modo suo l'altro vice
premier, Matteo Salvini. Eppure, proprio le parole del leader
della Lega, per il commissario in pectore, potrebbero
rappresentare una trappola. Nella lettera di missione inviata a
tutti i commissari designati von der Leyen ha messo nero su
bianco come debbano essere indipendenti e perseguire l'impegno
europeo. Su questo punto, alle audizioni previste nelle
commissioni parlamentari - a metà ottobre o al massimo a inizio
novembre - a Fitto non verranno fatti sconti. Anche perché la
presentazione della squadra da parte di von der Leyen non ha
chiuso totalmente le trattative.
"Il ruolo di Fitto è un problema ma saremo responsabili", ha
avvertito la capogruppo dei socialisti Iratxe Garcia Perez.
La concessione a S&D di due vicepresidenze esecutive, a Teresa
Ribera e alla romena Roxana Minzatu, ha addolcito la posizione
dei socialisti, che però torneranno ad alzare la posta.
"Deploriamo la scelta di Fitto", hanno incalzato pure i
liberali, avvertendo che lo interrogheranno su dossier
caldissimi come "balneari, fisco e ritardi nella transizione
verde". "Fitto non avrà vita facile", è stato il grido di
battaglia dei verdi. Gli eurodeputati del M5s hanno già
anticipato il loro no. Bocciare l'italiano, tuttavia, sarà
difficilissimo e innescherebbe la reazione del Ppe e il rischio
di un clamoroso stallo. Certo, ogni commissario necessita del sì
dei 2/3 dei coordinatori in una commissione del Pe. E forse non
a caso Meloni ha osservato che "il Pse non avrà una posizione
diversa dal Pd". Ovvero della delegazione che, su Fitto, è stata
più morbida nel gruppo. Ma, allo stesso tempo, anche ad Ecr
toccherà votare i commissari liberali e socialisti. E non è
detto che tutti, a cominciare dai polacchi, siano d'accordo.
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