STRASBURGO - La Corte europea dei diritti umani ha dichiarato infondato il ricorso contro l'Italia in merito all'obbligo, per i lavoratori autonomi che sono anche responsabili commerciali dell'azienda, di iscriversi a due regimi previdenziali distinti dell'Istituto nazionale della previdenza sociale. L'unico dirigente, azionista e impiegato di una Srl si è rivolto alla Cedu nel 2019 affermando che l'Italia ha violato il suo diritto a un equo processo e alla proprietà privata emanando il 30 luglio del 2010 la legge 122 che conteneva una "disposizione di interpretazione autentica" in base alla quale i dirigenti amministrativi e commerciali delle Srl dovevano iscriversi a entrambi i regimi dell'Inps, quello della gestione separata e quello della gestione commerciale. La nuova legge annullava di fatto una sentenza della Corte di Cassazione del febbraio dello stesso anno in cui invece si stabiliva che le stesse persone erano tenute a iscriversi solo a uno dei due dei regimi. Come fatto davanti ai tribunali italiani, l'uomo ha sostenuto a Strasburgo che la nuova legge non poteva essere applicata retroattivamente decidendo cosi in suo sfavore del contenzioso che aveva con l'Inps. Ma la Cedu ha respinto il suo ricorso ritenendo che l'intervento del legislatore, che ha chiarito che le persone nella sua posizione dovevano pagare entrambi i regimi previdenziali, era prevedibile e giustificato da motivi di interesse generale, tra cui la tutela della stabilità finanziaria dello Stato.
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