SOFIA - Nella sua ultima seduta di ieri, prima di sciogliersi alla vigilia della campagna elettorale per le elezioni anticipate del 27 ottobre prossimo, il parlamento bulgaro ha approvato all'unanimità una dichiarazione "in merito alla distruzione sistematica da parte di Skopje del dialogo tra la Macedonia del Nord e la Bulgaria, e alle dichiarazioni provocatorie e offensive nei confronti della Bulgaria da parte di esponenti politici macedoni". Nella dichiarazione si esprime un "disaccordo categorico con la negazione della storia comune della Macedonia del Nord e della Bulgaria, espressa da parte di membri del governo macedone, fatto che costituisce una violazione diretta del Trattato di amicizia, buon vicinato e cooperazione tra Bulgaria e Macedonia del Nord firmato nel 2017".
Si invita, inoltre, il governo di Skopje ad "affrontare in modo responsabile e in buona fede tutti gli impegni e gli accordi con l'obiettivo di costruire tempestivamente i tratti del Corridoio transeuropeo VIII sul territorio macedone". Nel documento inoltre si insiste per "ripristinare il dialogo positivo interrotto dalla Macedonia del Nord e fermare la campagna anti-bulgara e le dichiarazioni provocatorie nei confronti della Bulgaria da parte di Skopje". La settimana scorsa, in un'intervista televisiva il vice primo ministro e ministro dei Trasporti della Macedonia del Nord, Aleksandar Nikoloski, ha offeso il presidente bulgaro Rumen Radev e i bulgari in generale definendoli "incivili, indegni e miserabili". Sofia accusa la parte macedone di non rispettare il trattato di amicizia e buon vicinato sottoscritto nel 2017, di distorcere la verità storica appropriandosi della paternità di personaggi e figure importanti ritenute di stretta appartenenza alla tradizione storica e culturale bulgara, di non ammettere che la lingua macedone è un dialetto del bulgaro, di non rispettare i diritti dei bulgari che vivono in quel Paese e di incitare all'odio contro i bulgari. Per questo la Bulgaria, membro dell'Ue dal 2007, aveva posto inizialmente il veto, sbloccato nel giugno 2022, all'avvio del negoziato di adesione di Skopje all'Unione europea.
Alle elezioni parlamentari anticipate del 27 ottobre, le settime negli ultimi tre anni, scendono in campo 28 partiti e coalizioni. Il parlamento unicamerale bulgaro è composto da 240 seggi. L'ultima crisi nel Paese balcanico è scoppiata ai primi di agosto quando è fallito anche il terzo e ultimo tentativo previsto dalla costituzione per formare un nuovo governo, dopo il voto anticipato del 9 giugno scorso, abbinato alle europee. Secondo gli ultimi sondaggi, il nuovo voto non dovrebbe generare sostanziali sorprese. L'agenzia Trend rileva che sette formazioni politiche raccoglierebbero almeno il 4% dei voti, la soglia da superare per poter entrare nel parlamento.
I conservatori del Gerb manterrebbero il primo posto con il 24,8% dei voti. Il partito nazionalista 'Vazrazhdane' ('Rinascita') continuerebbe ad avanzare collocandosi al secondo posto con il 15,6% delle preferenze. Seguirebbero i liberali del Pp ('Continuiamo il cambiamento') con il 15,1%. Nelle settimane scorse dopo numerosi scandali è avvenuta la scissione del partito della minoranza turca Dps ('Movimento per diritti e libertà'). La prima delle due nuove formazioni politiche, Aps ('Alleanza per diritti e libertà'), una coalizione attorno al fondatore storico del Dps Ahmed Dogan, godrebbe del sostegno dell'8,5% degli elettori. I socialisti ('Bsp-Sinistra unita') e i populisti dell'Itn ('C'è un popolo come questo') entrerebbero in parlamento con il 6,9 per cento dei voti ciascuno.
La seconda nuova formazione dopo la scissione del Dps, 'Dps-Nuovo inizio', guidata da Delyan Peevski, capogruppo parlamentare del Dps nel parlamento uscente, godrebbe del sostegno del 5,8% di coloro che hanno dichiarato che voteranno alle prossime elezioni. Secondo l'agenzia Trend, alle urne per le anticipate si recherebbe circa il 38% degli aventi il diritto al voto, ovvero, 2,2 milioni di elettori, un'affluenza molto bassa. Secondo l'ultimo censimento, la popolazione della Bulgaria è di 6,6 milioni di abitanti, delle quali 1,4 milioni sono residenti all'estero. La Bulgaria, Paese dell'ex blocco sovietico che fa parte della Nato e che nel 2007 ha aderito alla Ue, è da tempo interessata da una cronica instabilità politica a causa di un parlamento fortemente frammentato, cosa questa che impedisce la formazione di maggioranze in grado di dare un governo stabile.
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