BRUXELLES - Via libera dei Paesi Ue all'introduzione dei dazi aggiuntivi definitivi fino al 36,3% sulle auto elettriche cinesi in risposta ai maxi sussidi sleali elargiti da Pechino. Lo si apprende da fonti europee a margine del voto a Bruxelles.
La votazione si è tenuta nel contesto del Comitato difesa commerciale (Tdi), composto per lo più da funzionari dei singoli governi e non dai rappresentanti permanenti. Tecnicamente il via libera si configura come una 'no opinion': la maggioranza qualificata per bocciare la proposta della Commissione sui dazi non è stata raggiunto e questo comporta che l'esecutivo Ue può approvare i dazi anti-Cina. Sulla proposta della Commissione di introdurre i nuovi dazi dieci Paesi si sono espressi a favore, cinque hanno votato contro e dodici sono stati gli astenuti. Numeri che non hanno permesso di raggiungere quindi la maggioranza qualificata necessaria per stoppare il testo. La Commissione quindi potrà procedere quando riterrà opportuno.
Il via libera dei Paesi Ue ai dazi alle auto elettriche cinesi "rappresenta un ulteriore passo avanti verso la conclusione dell'indagine antisovvenzioni della Commissione" sui sussidi di Pechino. Lo scrive in una nota l'esecutivo europeo, dopo che il voto dei 27 Paesi. Al Comitato per la difesa commerciale non è stata raggiunta né la maggioranza qualificata a favore o contro la proposta di Bruxelles di imporre i dazi definitivi contro la Cina. Una circostanza che lascia dunque nelle mani dell'esecutivo di Ursula von der Leyen la decisione. Bruxelles assicura di "continuare a lavorare sodo" con Pechino "per esplorare una soluzione alternativa che dovrebbe essere pienamente compatibile con l'Organizzazione mondiale del commercio, adeguata ad affrontare le sovvenzioni pregiudizievoli accertate dall'indagine della Commissione, monitorabile e applicabile". La Commissione Ue ricorda che il regolamento con le conclusioni definitive dell'indagine dovrà essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale entro il 30 ottobre.
Sono stati dieci i Paesi Ue, tra cui anche l'Italia e la Francia, a votare a favore del via libera ai dazi aggiuntivi definitivi sulle auto elettriche cinesi. È quanto apprende l'ANSA da fonti europee a seguito del voto dei Ventisette. Cinque invece i Paesi contrari, guidati dalla Germania. Dodici gli astenuti, tra cui la Spagna.
Un accordo tra Bruxelles e Pechino per rispettare le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), che obbligano chi esporta ad aumentare il prezzo del prodotto, è ancora possibile. Lo sottolinea un alto funzionario europeo dopo il benestare dei Paesi Ue alla proposta di imporre dazi definitivi sulle e-car cinesi. L'intesa "aprirebbe la strada a una marcia indietro da parte dell'Ue sull'imposizione di dazi definitivi sulle auto elettriche provenienti dalla Cina", ha spiegato. Anche se il termine per proporre un accordo antidumping è scaduto a fine agosto, "stiamo ancora dialogando" con la Cina, ha confermato il funzionario. Se l'accordo arrivasse dopo che i dazi definitivi sono entrati in vigore (a partire dal 30 ottobre), la Commissione dovrebbe prendere una nuova decisione per rivedere il regolamento approvato dai governi.
I dazi definitivi sulle auto elettriche cinesi sostenuti oggi dai governi sono: per Byd al 17% (invariato rispetto alla proposta sui dazi provvisori); Geely al 18,8% (cifra rivista al ribasso rispetto al 19,3%); Saic al 35,3% (in calo rispetto al 36,6%). Quanto a Tesla, sottoposta a una valutazione individuale, il dazio è 7,8% in calo rispetto al 9%. Altri produttori che hanno collaborato all'indagine saranno soggetti a un dazio del 20,7% (in calo dal 21,3%), mentre sarà del 35,3% per le società che non hanno collaborato, in calo dal 36,6%. È quanto si apprende da un alto funzionario europeo dopo il voto dei governi Ue sulla proposta della Commissione Ue di imporre dazi definitivi sulle auto elettriche importate dalla Cina. Nel complesso, sommandosi ai dazi al 10% già esistenti, le tariffe arriveranno quindi al 45%.
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