Tra i 27 vi è accordo sulla
dimensione esterna della politica migratoria Ue ma restano
ancora differenza sulla parte interna, in particolare
sull'applicazione del trattato di Dublino. Se non si troverà un
equilibrio - a quanto si apprende - può essere che saltino le
conclusioni sulla migrazione del Consiglio Europeo.
Si pone l'accento sul fatto che i Paesi di primo ingresso,
come Italia e Grecia, devono procedere con le registrazioni dei
migranti e si deve porre un freno ai movimenti secondari, nello
spirito di cooperazione del nuovo Patto dei migranti con un
giusto equilibrio tra solidarietà e responsabilità. Inoltre
alcuni Paesi chiedono che si anticipi l'attuazione di certe
parti del Patto, specie sulle procedure di frontiera. D'altro
canto, vi è un'apertura a studiare soluzioni innovative da parte
di Stati membri sino a poco fa più conservatori, come la
Germania, ad esempio sull'analisi delle domande di asilo in
Paesi terzi.
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