++ AGGIORNA E SOSTITUISCE IL SERVIZIO DELLE 19.33 ++
(di Mattia Bernardo Bagnoli)
L'Ucraina sarà stato anche il
primo punto all'ordine del giorno del Consiglio Esteri del
Lussemburgo ma è il Medio Oriente a tenere banco, tra divisioni
e difficili compromessi per avvicinare le posizioni dei 27. L'Ue
ha trovato finalmente le parole per condannare ad una sola voce
gli attacchi d'Israele al contingente Unifil - "ci abbiamo messo
troppo tempo per una cosa ovvia", è il rammarico dell'alto
rappresentante Josep Borrell - ma sul resto (quasi tutto)
zoppica. Come ad esempio sulla questione di un possibile embargo
alle forniture d'armi, ventilato da Emmanuel Macron e Pedro
Sanchez.
"Si potrebbero citare altri Stati membri che si trovano nella
situazione opposta e chiedono una maggiore fornitura di armi a
Israele", nota Borrell. La verità è che si tratta di una
"competenza nazionale" e per cambiare le cose ci vorrebbe una
risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (improbabile)
oppure una decisione all'unanimità dei 27 (altrettanto
impossibile, come spiegato dall'alto rappresentante). Dunque si
procede alla spicciolata. La posizione dell'Italia viene
spiegata dal ministro Antonio Tajani, a Berlino per il vertice
sui Balcani. "Dal 7 ottobre dell'anno scorso - ha detto - noi
abbiamo bloccato tutti i contratti che riguardano la vendita di
armi ad Israele, come previsto dalla legge; se poi usano armi
vendute in passato non lo so". Roma, anche in funzione di
presidente del G7, è al lavoro per contenere la crisi. L'emiro
del Qatar, Tamim bin Hamad Al-Thani, sarà in visita di Stato in
Italia il prossimo 21 ottobre. Ed è in questo quadro che la
presidente del Consiglio Giorgia Meloni starebbe valutando una
missione in Medio Oriente nei prossimi giorni, con il Libano fra
le possibili tappe.
Per quanto riguarda l'Unifil, l'Ue ha definito "gravi
violazioni del diritto internazionale" gli attacchi degli scorsi
giorni e ha chiesto "spiegazioni immediate" a Tel Aviv. I
ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania e Gran
Bretagna oggi hanno ribadito la "preoccupazione profonda" in una
nota congiunta e hanno chiesto che gli attacchi "cessino
immediatamente". Borrell, dal canto suo, ha esortato Israele a
non minimizzare. Da un lato, infatti, ha definito gli episodi
come "incidenti", ma poi ha suggerito il ritiro come soluzione
per evitarli. "L'Unifil non si ritira, sta dove deve stare, fino
a che il Consiglio di sicurezza dell'Onu non prenderà una
decisione in merito: gli attacchi vanno assolutamente evitati e
non possono essere giustificati come 'incidenti'", ha aggiunto.
Il Consiglio Esteri ha però varato delle misure pratiche
contro l'Iran per il suo coinvolgimento nella guerra in Ucraina
(nello specifico per aver fornito droni e missili balistici a
Teheran). Sette individui e sette entità sono stati sottoposti a
misure restrittive e tra queste figurano tre compagnie aeree
iraniane, inclusa l'Iran Air (le altre due sono Saha Airlines e
Mahan Air). Inoltre, il Consiglio ha deciso di imporre misure
restrittive nei confronti del vice ministro della Difesa
iraniano, Seyed Hamzeh Ghalandari - oltre che ufficiali di
spicco della Forza Qods del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie
Islamiche (Irgc), del Quartier Generale Centrale dell'Irgc
Khatam al-Anbiya e della Divisione Spaziale della Forza
Aerospaziale dei Pasdaran, nonché gli amministratori delegati
delle società Iran Aircraft Manufacturing Industries (Hesa) e
Aerospace Industries Organization (Aio), quotate nell'Ue.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA