BRUXELLES - Garantire che l'uso dell'intelligenza artificiale da parte dei servizi penitenziari e di libertà vigilata rispetti i diritti umani e la dignità dei detenuti, dei soggetti in libertà vigilata e del personale. Questo l'obiettivo della raccomandazione ai suoi 46 Stati membri adottata dal Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa.
In particolare, i governi sono invitati a garantire che i servizi carcerari e di libertà vigilata usino le tecnologie in modo legittimo e proporzionato e solo se contribuiscono alla riabilitazione degli autori di reato. Le tecnologie non devono sostituire il personale penitenziario e di sorveglianza nel lavoro quotidiano e nell'interazione con gli autori di reato, ma piuttosto assisterlo in tale lavoro e aiutare il sistema penale, in particolare nell'esecuzione delle sanzioni e delle misure penali, migliorando la riabilitazione e riducendo la recidiva.
Il testo si sofferma anche sugli aspetti etici e organizzativi dell'utilizzo dell'Ia nelle carceri, sottolineando che tutti i processi relativi a progettazione, sviluppo, fornitura, uso e dismissione dell'Ia usata dai servizi penitenziari devono essere trasparenti e conformi agli standard giuridici nazionali e internazionali. L'Ia, si osserva, può contribuire a mantenere la sicurezza nelle carceri, ma il suo utilizzo deve essere strettamente necessario ed evitare effetti negativi sulla privacy e sul benessere dei detenuti e del personale. Il documento sottolinea inoltre che, quando si utilizza l'Ia per assistere il processo decisionale, i servizi penitenziari e di libertà vigilata devono adottare misure per evitare pregiudizi nei confronti di individui o gruppi di individui e prevenire la discriminazione.
Tutte le decisioni basate sull'uso dell'Ia con un potenziale impatto sui diritti umani dovrebbero essere soggette a revisione umana e a meccanismi di reclamo efficaci. Per quanto riguarda la protezione dei dati e il diritto alla privacy, l'Ia dovrebbe essere limitata allo stretto necessario, garantendo la riservatezza e l'integrità dei dati personali.
L'Ia e le relative tecnologie digitali possono aiutare i professionisti a reintegrare gli autori di reato nella società, ma le relazioni umane devono rimanere un elemento centrale della riabilitazione. Di conseguenza, l'Ia dovrebbe integrare e non sostituire le interazioni faccia a faccia - con operatori sanitari, avvocati, assistenti sociali, altri professionisti e famiglie - figure essenziali per una riabilitazione efficace. La raccomandazione, infine, sottolinea che l'Ia può anche migliorare il reclutamento, la gestione e la formazione del personale penitenziario che d'altra parte vede riconosciuto il suo diritto di essere informato sulle ragioni delle decisioni e di richiedere una revisione umana, se necessario.
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