(di Alessandra Briganti)
Corruzione, riciclaggio di
denaro, occultamento e falsa dichiarazione dei beni. Sono queste
le ipotesi di reato che pendono sulla testa dell'ex capo di
Stato albanese, Ilir Meta, arrestato su ordine della Spak, la
procura speciale contro la corruzione e la criminalità
organizzata. Politico tra i più controversi della scena
albanese, Meta ha navigato con spregiudicatezza nelle diverse
stagioni della politica dal crollo del regime comunista in
Albania. Incassato il record di secondo primo ministro più
giovane della storia albanese, Meta fu rieletto premier per poi
dimettersi dopo una lite con l'allora leader socialista, Fatos
Nano. Lite da cui nacque il Movimento socialista per
l'integrazione, ribattezzato nel 2022 Partito della Libertà, che
Meta ha saputo opportunisticamente sfruttare, schierandolo ora
con i socialisti ora con i democratici, i due grandi partiti che
dominano la scena politica albanese.
Questa posizione ha permesso a Meta di arrivare, con i voti
dei socialisti di Edi Rama, a sedere sullo scranno più alto,
quello della Presidenza dello Stato. Un mandato turbolento,
segnato da due tentativi, entrambi andati a vuoto, di
impeachment da parte della stessa maggioranza che lo ha eletto e
che è passata, nel giro di qualche anno, ad accusarlo di
parzialità. Fino all'epilogo, con l'arresto di Meta mentre
cercava di opporre resistenza agli agenti di polizia che lo
prelevano dal suo veicolo. Immagini rimbalzate sui social. Tanto
da costringere le forze dell'ordine a fare chiarezza: a Meta
"era stato comunicato l'ordine di arresto del giudice - fanno
sapere in una nota - ma ha rifiutato di obbedire, opponendosi
alla richiesta di scendere dall'auto per essere accompagnato
alla direzione di Polizia e offendendo gli agenti". Non restava
quindi altra scelta che "l'accompagnamento forzato, come
previsto dalla legge".
Le indagini sull'ex presidente albanese erano partite l'anno
scorso. Secondo i media locali, sarebbe coinvolta anche Monika
Kryemadhi, deputata albanese e compagna di Meta nella vita
privata e in quella pubblica. Inevitabile l'insurrezione
dell'opposizione, con il leader del Partito Democratico ed ex
premier, Sali Berisha, che ha parlato di "processo politico".
Sanzionato dal Dipartimento di Stato americano nel 2021 e finito
l'anno successivo nella blacklist del Regno Unito, lo stesso
Berisha è agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione.
Una marea giudiziaria che sembra stia scardinando il vecchio
sistema politico, tanto che c'è già chi parla di una Mani Pulite
in salsa albanese. Un risvolto reso possibile con la creazione
della Spak, fortemente voluta da Ue e Usa, organismo giudiziario
indipendente che ha sottratto i procuratori alle ingerenze della
politica. Con conseguenze ad oggi imprevedibili.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA