(di Marcello Campo)
'Operazione Magnus': è il nome
del blitz della polizia internazionale coordinata da Eurojust
che ha smantellato una piattaforma di pirati informatici che con
i loro malware - software che consentono di infettare
dispositivi e reti o di prenderne il controllo - erano riusciti
a rubare i dati di milioni di utenti.
Una maxi-retata online partita nei Paesi Bassi ed estesasi
poi ad altri cinque Paesi: dagli Stati Uniti al Belgio - dove
sono scattati due arresti -, dal Portogallo al Regno Unito, fino
all'Australia. Alla fine sono stati chiusi i server di 'RedLine'
e 'Meta', i due infostealer - così si chiamano i malware
utilizzati - in grado di rubare ogni informazione personale e
commettere crimini informatici.
Le informazioni sensibili includevano credenziali e
password, dati di moduli salvati automaticamente, indirizzi
e-mail e fisici, numeri di telefono, portafogli di criptovaluta
e cookie. Dopo aver recuperato i dati personali delle loro
vittime, i criminali vendevano le informazioni ad altri
criminali attraverso il mercato illegale. Subito dopo i
ricettatori utilizzavano a loro volta l'enorme mole di dati
acquistati per ottenere denaro, criptovalute e svolgere attività
di hacking successive.
Le indagini su RedLine e Meta sono iniziate dopo che le
vittime si sono fatte avanti e una società di sicurezza ha
informato le autorità di possibili server sospetti nei Paesi
Bassi. Gli inquirenti hanno scoperto che oltre 1.200 server in
decine di Paesi eseguivano il malware dando il via
all'operazione su scala globale, che ha portato a stroncare gli
infostealer il 28 ottobre. Tre server sono stati abbattuti nei
Paesi Bassi, due domini sono stati sequestrati, le accuse poi
sono state desecretate negli Stati Uniti e due persone sono
state arrestate in Belgio.
Una volta ottenuti i dati e abbattuti i server, le autorità
hanno inviato un messaggio ai presunti criminali, includendo
anche un video per mostrare loro che la coalizione
internazionale guidata da Eurojust è stata in grado di scovare
la rete e di interromperne l'attività illegale.
I superagenti informatici hanno anche recuperato un database
di clienti da RedLine e Meta per proseguire le indagini. Ora,
per le persone preoccupate di essere cadute nella trappola di
RedLine e Meta, una società di sicurezza privata ha messo a
disposizione una piattaforma online per consentire di verificare
se i loro dati sono stati rubati o meno.
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