Decine di migranti si sono messi
a cucinare nelle strade di Picanya, uno dei centri più colpiti
dell'alluvione. Così in mezzo alle macerie, al fango e a auto
distrutte dalla piena, si sono accesi dei barbecue improvvisati,
si affettano verdure, si preparano piatti tipici delle cucine di
mezzo mondo. Tutto cibo destinato alla popolazione locale, a chi
non ha più una casa.
Questi migranti, anche loro sono sfollati. Vivevano in un
hotel che è stato allagato dalla piena: vengono da tanti Paesi
diversi tra cui Afghanistan, Siria, Georgia e Venezuela. Hanno
parlato con il proprietario per poter utilizzare il cibo che si
trovava nella dispensa della grande sala da pranzo della
struttura e cucinarlo per tutti che ne avessero bisogno.
Ora offrono cibo a tutti coloro che passano e il menu è
ovviamente il più vario, a seconda di chi cucina. "Quando c'è da
aiutare - racconta un uomo venezuelano alla stampa locale - non
ci sono più differenze. Non abbiamo nè luce nè acqua ma siamo
contenti di essere sopravvissuti e vogliamo solo dare una mano".
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