(di Michele Esposito)
Il rischio di attacchi
anti-israeliani ignorato, i malcelati attacchi di Geert Wilders
al primo ministro tecnico Dick Schoof, il timore che i fatti di
Amsterdam inneschino una spirale di violenze non solo in Olanda
ma in tutta Europa. Ad Amsterdam e dintorni, quando sui social
circolano ancora con insistenza le immagini dell'assalto ai
tifosi israeliani del Maccabi Tel Aviv, è l'ora delle polemiche.
A finire nel mirino sono innanzitutto le misure di sicurezza
che, secondo il governo olandese, le autorità non avrebbero
preso in vista del match Ajax-Maccabi Tel Aviv, "sottostimando"
le segnalazioni dell'antiterrorismo e del Mossad. Lunedì il
premier Schoof affronterà il dossier in una riunione di governo
che si preannuncia caldissima, e che sarà seguita, il giorno
dopo, da un dibattito parlamentare altrettanto teso.
I tifosi israeliani, con quattro voli speciali messi a
disposizione da Israele nonostante lo Shabbat hanno potuto
lasciare l'Olanda. L'ultima fetta dei 3mila supporter volati ad
Amsterdam potrà rimpatriare domenica. L'allarme rosso sulla
sicurezza delle comunità ebraiche sembra rientrato. "L'ondata di
violenza è terminata. Pertanto, agli israeliani non viene
impedito di passeggiare per la città", hanno reso noto le
agenzie di sicurezza israeliane. Ma la metropoli olandese fa
ancora i conti con quanto accaduto. Le autorità comunali hanno
decretato il divieto di manifestazioni per tre giorni. "Questo è
un momento terribile per la città", ha ammesso la sindaca Femke
Halsema usando la stessa parola - "vergogna" - scelta dal primo
ministro olandese per definire gli attacchi anti-israeliani.
Schoof ha annunciato che non andrà alla Cop29, la
conferenza sul clima di Baku, per restare nel suo Paese visto
"il grande impatto sociale" che hanno avuto i fatti di
Amsterdam. Lunedì il governo affronterà il tema
dell'antisemitismo. Nel frattempo il primo ministro ha provato a
dare le dovute rassicurazioni al ministro degli Esteri
israeliano Gideon Saar, volato nella serata di sabato in Olanda.
"Il governo sta facendo tutto il possibile per garantire che la
comunità ebraica nel nostro Paese si senta al sicuro", ha detto
Schoof. Chissà se basterà. Le violenze anti-israeliane
potrebbero creare più di un grattacapo al primo ministro, un
tecnico scelto a capo di una coalizione di centro-destra nella
quale, a dominare, sono i sovranisti. Ed è stato proprio il
leader del Pvv Wilders, a non lesinare stoccate al suo premier.
L'ultimo attacco si è prodotto sulla scarsa quantità di arresti:
"Sono senza parole. La polizia ha appena confermato che nessuno
è stato arrestato durante la caccia all'ebreo islamico ad
Amsterdam giovedì sera. Tutti gli arresti sono stati effettuati
prima e durante la partita di calcio e non durante il pogrom",
ha scritto Wilders su X.
In realtà, dei 63 sospetti individuati per le violenze di
Amsterdam, secondo le autorità per qualcuno potrebbe essere
disposto il fermo. Ma ciò potrebbe non placare le speculazioni
politiche, in Olanda e non solo. Sui social non smettono di
proliferare video che raffigurano i tifosi del Maccabi inveire
contro i palestinesi al rientro in Israele o, dall'altro laato,
le foto degli aggressori. Il loro identikit, il più delle volte,
corrisponde a giovani olandesi di origine araba. Nel frattempo,
un po' in tutta Europa, la destra è tornata alla carica contro i
migranti. "Hanno fatto entrare carrettate, anzi barconate di
islamici e poi si stupiscono se gli islamici, nel nome del loro
estremismo danno la caccia all'ebreo", ha attaccato Matteo
Salvini, Mentre venerdì, nella conferenza stampa che ha concluso
il summit Ue di Budapest, Viktor Orban ha descritto l'Ungheria
come esempio di tolleranza, in cui convivono "chiese cristiane e
sinagoghe". E chissà se è un caso se abbia dimenticato di citare
le moschee.
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