(di Michele Esposito)
A due settimane
dall'incoronazione della nuova Commissione di Ursula von der
Leyen, la Commissione von der Leyen rischia di non esserci più.
La possibilità che resti seppellita dal prolungato stallo alla
messicana intavolato da popolari, socialisti e liberali è
concreta, ed è arrivata fino al Palais Berlaymont. Dove la
poltrona della presidente è meno salda di qualche giorno fa. A
nulla è valso l'incontro che la leader dell'esecutivo Ue ha
organizzato con Manfred Weber, Iratxe Garcia Perez e Valerie
Hayer. I socialisti non voteranno Raffaele Fitto come vice
presidente. Il Ppe, trascinato dalla delegazione spagnola, è
pronto a strappare su Teresa Ribera. E il baratro, per Ursula,
non è più un'ipotesi dell'irrealtà.
Il gioco dei veti incrociati, cominciato ad inizio settimana,
è sfuggito di mano a tutti. Lunedì sera i tre leader della
maggioranza avevano deciso di aggirare temporaneamente
l'ostacolo votando contestualmente i sei candidati vice
presidenti: la popolare Henna Virkkunen, i liberali Kaja Kallas
e Stephane Sejourné, le socialiste Ribera e Roxana Minzatu e il
conservatore Fitto. Non è servito a nulla. Tra socialisti e
popolari sono volate accuse via via più pesanti. Nell'audizione
all'Eurocamera, Ribera è stata duramente attaccata per le
alluvioni in Spagna. E la linea del Ppe si è mostrata in linea
con quella del Partido Popular: il sì alla fedelissima di Pedro
Sanchez può arrivare solo dopo che Ribera avrà chiarito, nel
Parlamento iberico, di non essere coinvolta nel disastro di
Valencia. Appuntamento che è calendarizzato per il prossimo 20
novembre: un'eternità, in un clima da lunghi coltelli.
Ma se la Ribera traballa, non va meglio per Fitto. In un
gioco di specchi tra vittime e carnefici, i socialisti sembrano
aver messo un punto sul candidato di Giorgia Meloni. "Non lo
voteremo in nessun caso, la fiducia è rotta. Il pacchetto per
noi è di cinque vice presidenti, il Ppe lo voti con l'estrema
destra", hanno sottolineato fonti del gruppo S&D. All'interno
del gruppo anche le posizioni dei dem, sulla scia dello scontro
continuo da un lato con il Ppe e dall'altro con la premier
italiana, si sono irrigidite. Innescando nuovamente l'ira di
Meloni: "Signore e signori, ecco a voi la posizione del gruppo
dei socialisti europei, nel quale la delegazione più numerosa è
quella del Pd di Elly Schlein. L'Italia, secondo loro, non
merita di avere una vicepresidenza della Commissione. Questi
sono i vostri rappresentanti di sinistra", ha ruggito via X la
presidente del Consiglio. "Basta favole, nel 2019 eri contro la
nomina di Gentiloni a commissario europeo e organizzavi
addirittura una protesta davanti a Palazzo Chigi", ha replicato
il dem Dario Nardella. Mentre Schlein ha proseguito con la linea
del silenzio, sostenendo che Meloni, attaccando su Fitto, vuole
distrarre l'attenzione dalla manovra.
A tarda sera, sull'Eurocamera, è scesa una coltre di
incertezza. Con un punto fermo, però. La palla ora è nel campo
di von der Leyen. Lo sostengono i socialisti, lo argomentano i
liberali, lo sussurra, con maliziosa discrezione, anche qualche
popolare. A complicare il quadro ci sono le vicende politiche di
Spagna e Germania. La prima alle prese con gli strascichi delle
devastazioni di Valencia. La seconda prossima ad una tornata
elettorale dove la Cdu è data per favorita e l'Spd si contenderà
il secondo posto con l'estrema destra di Afd. Non è un caso che
l'accusa costante che da socialisti, liberali e Verdi viene
fatta a Weber sia quella di voler fare asse con le estreme
destre. Solo che, con la Germania al voto e l'uragano Trump in
arrivo, per Weber il gioco si complica. Ma a farne le spese
potrebbe essere la presidente della Commissione.
La numero uno dell'esecutivo europeo probabilmente sarà
costretta ad un giro di colloqui con le capitali. Provando a
scongiurare così l'ombra più nera, quella delle dimissioni. Gli
ipotetici piani B sono già partiti nei chiacchiericci
all'Eurocamera. Con un nome evocato qua e là: quello di Mario
Draghi. Che mentre a Bruxelles la maggioranza Ursula si
sbriciolava era a Parigi, a cena con Emmanuel Macron.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA