Ad insinuare il dubbio è
Transparency International, la blasonata ong che da anni lotta
contro la corruzione in tutto il mondo. Ovvero: cinque
eurodeputati di estrema destra e dintorni (tra cui la leghista
Susanna Ceccardi) si sarebbero recati ad una cena di gala a New
York presieduta da Donald Trump, senza però dichiarare le spese.
L'ong - riporta il Guardian, che ha rilanciato la vicenda - ha
quindi scritto all'organo di controllo del Parlamento Europeo
sulla condotta degli eurodeputati chiedendo di aprire
un'indagine.
L'esposto, oltre a Ceccardi, riguarda due legislatori
ungheresi, membri chiave del partito di governo Fidesz, Kinga
Gál e Ernő Schaller-Baross; l'eurodeputato di Alternative für
Deutschland Maximilian Krah (che si è dimesso da candidato
leader del suo partito dopo aver detto che le Ss "non erano
tutte criminali") e una figura di spicco del partito austriaco
Libertà, anti-migranti e anti-islam, Harald Vilimsky. In
risposta al Guardian, quattro dei cinque legislatori - Gál,
Schaller-Baross, Krah e Ceccardi - hanno respinto qualsiasi
ipotesi di violazione delle regole e hanno affermato, a seconda
dei casi, che i loro viaggi erano stati finanziati dal governo,
dal partito politico, dal gruppo parlamentare europeo o da fondi
propri, in linea con le regole.
Ceccardi, sentita dall'ANSA, ha rincarato la dose. "Sono
insinuazioni senza alcun fondamento, peraltro già smentite dai
fatti", ha spiegato. "Capisco che a qualcuno possa dare fastidio
il nostro rapporto di amicizia con la galassia di Trump, il
mondo repubblicano e conservatore americano e che per questo
motivo si cerchi di attaccarci in tutti i modi. Peccato per loro
che io non abbia mai avuto nulla da nascondere, anzi sono
orgogliosa di essere stata l'unica rappresentante italiana
all'evento del New York Young Republican Club. E non solo è
stato fatto tutto alla luce del sole: è anche tutto documentato
e approvato dal Parlamento europeo".
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