"Il bellicismo e il terrorismo
del regime può terminare. Un cambio democratico non è
raggiungibile è può essere guidato dal popolo iraniano e della
Resistenza". E' quanto ha sottolineato Maryam Rajavi, presidente
del Consiglio nazionale della resistenza iraniana, presentando
al Parlamento europeo, assieme ai vertici dei Mujaheddin del
popolo, una piattaforma per un "Iran libero".
Nella piattaforma presentata da Rajavi si sottolineano alcuni
"elementi chiave per raggiungere l'obiettivo: "il profondo
discontento della popolazione iraniana; l'agenda del Consiglio
Nazionale della Resistenza, che promuove la libertà di
espressione, i diritti delle donne, la separazione della Chiesta
dallo Stato, l'eguaglianza tra i sunniti e gli sciiti; il fatto
che fanno parte del Consiglio molte famiglie delle 100mila
vittime morte per la libertà in Iran". Rajavi ha anche
sottolineato "l'esteso supporto globale alla piattaforma" della
Resistenza iraniana, nel quale figurano "34 corpi legislativi
europei e americani, diversi Paesi arabi e una dichiarazione
firmata da 137 ex leader del mondo e 80 premi Nobel".
Nella piattaforma i Mujaheddin del Popolo prevedono che, dopo
il rovesciamento del regime, sia stabilito un governo
provvisorio di 6 mesi, prima dell'organizzazione di elezioni per
un'Assemblea Costituente. Quest'ultima, si legge nel testo,
dovrà formare un nuovo governo con un mandato di due anni e
mezzo, che avrà l'incarico di indire un referendum per
l'approvazione della nuova Costituzione. "La dittatura sostiene
che non ci sia alternativa" in Iran ma "è una totale bugia.
Un'alternativa c'è e non ci sarà posto per il caos. milioni di
iraniani che vivono all'estero ritorneranno in Iran. Il regime
sostiene che l'Iran ne risulterebbe frammentato, ma anche questa
è una bugia. I nostri compagni dal Kurdistan al Beluchistan
cercano diritti, non la secessione", ha concluso Rajavi.
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