"Le donne vivono sotto minaccia,
subiscono violenze e pressioni quotidiane che sfociano in
femminicidi. È un dramma che non possiamo più tollerare".
Bruxelles ha risposto presente all'appello di Mirabal, la rete
che riunisce oltre cento associazioni della società civile
belga, a scendere in piazza alla vigilia della Giornata
internazionale per l'eliminazione della violenza contro le
donne. Nel pomeriggio sono state oltre 2500 le persone a sfilare
tra le vie dei quartieri di Marolles e Saint-Gilles.
In Belgio, il primo Paese in Ue a introdurre nel 2023 la
fattispecie del femminicidio nel codice penale, "dall'inizio
dell'anno, almeno 19 donne sono state uccise per il semplice
fatto di essere donne", ha denunciato Mirabal, evidenziando la
responsabilità collettiva di istituzioni e cittadini. I numeri
sono impietosi: il 98% delle donne nel Paese, riporta
l'associazione, ha subito comportamenti sessisti negli spazi
pubblici o nei trasporti, e il 60% è stata vittima di molestie
sessuali.
Per le vittime di violenza domestica, le associazioni
chiedono in particolare la riforma della legge del 2006 relativa
all'alloggio egualitario, per garantire un alloggio sicuro a
tutte le vittime di violenza domestica, compresi i bambini, e
uno status speciale per le donne rifugiate che fuggono da
persecuzioni legate al genere, come matrimoni forzati o abusi
sessuali. Con un appello alla solidarietà internazionale, il
corteo ha ribadito che la lotta contro la violenza sulle donne
non conosce confini: "Cambiare si può, ma serve l'impegno di
tutti".
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