(di Mattia Bernardo Bagnoli)
La possibilità d'inviare truppe
europee in Ucraina, specialmente se Donald Trump ridurrà
l'impegno degli Stati Uniti, torna ad animare il dibattito. Con
la differenza che insieme alla Francia - che per prima aveva
ventilato l'ipotesi - ora c'è la Gran Bretagna, che anzi sarebbe
la più volenterosa. Parigi e Londra sarebbero le azioniste di
maggioranza dell'iniziativa, alla quale si aggiungerebbero altri
Paesi sulla stessa linea d'onda. Perché la situazione è seria,
oltre che fluida. La Nato, ad esempio, sta incoraggiando gli
alleati a "cambiare i modelli" di formazione dei soldati perché
"servono più uomini" per affrontare la mutata realtà di
sicurezza in Europa. Con la leva che, ormai, non è più un tabù
in vari membri dell'Ue.
Una "fonte britannica" ha confidato a Le Monde che
"discussioni sono in corso fra il Regno Unito e la Francia sulla
cooperazione in materia di difesa, in particolare con
l'obiettivo di creare un nocciolo duro fra alleati in Europa,
centrato sull'Ucraina e la sicurezza europea in senso ampio".
Pur in assenza, per il momento, di decisioni ufficiali, il
quotidiano parla di "proposte sul tavolo" al ministero della
Difesa, come quella della società Défense Conseil International
(Dci), il principale operatore del ministero delle forze armate
che si occupa dei contratti di export di armamenti francesi e
del trasferimento di savoir-faire militare che ne consegue. Dci
sarebbe dunque "pronta a proseguire, in Ucraina, la formazione
di soldati ucraini, come fa già in Francia e in Polonia.
Potrebbe così, in caso di necessità, assicurare la manutenzione
degli equipaggiamenti militari francesi inviati a Kiev. Dci ha
contattato per questo Babcock, una società omologa britannica
già presente in Ucraina, per condividere le installazioni di cui
essa già dispone". Inoltre sarebbe anche allo studio la presenza
di società di difesa private sul suolo ucraino.
L'Italia, attraverso il ministro degli Esteri Antonio Tajani,
ha ribadito che non invierà soldati a combattere in Ucraina.
"Dobbiamo evitare l'escalation, la Russia sta assumendo gravi
responsabilità facendo combattere soldati nordcoreani e
arruolando Houthi e proxy dell'Iran", ha sottolineato alla
vigilia del Consiglio Nato-Ucraina di domani, dove non ci si
aspettano però grandi colpi di scena (Kiev tornerà a chiedere
più difesa aerea, forse anche il sistema Thaad oltre ai Patriot,
per controbattere a Mosca).
Lo scenario attuale è insomma sempre più precario e la Nato,
come anticipato, sta correndo ai ripari perché non si tratta
solo di spendere di più, ora serve anche trovare il personale
necessario a difendere l'Europa. "Dobbiamo riconoscere - spiega
all'ANSA un alto funzionario alleato - che veniamo da un'era in
cui avevamo forze armate piccole, professionali, con qualità
molto alta, costose, ma con numeri limitati, che con la
percentuale di perdite attuale in Ucraina avrebbero difficoltà a
gestire il secondo o il terzo mese di conflitto: quindi
incoraggiamo gli alleati a cambiare e ad assegnare alla Nato i
numeri di cui abbiamo bisogno". La settimana scorsa c'è stata
una riunione al livello di Stato Maggiore sul tema. Ma la
questione è squisitamente politica e alle capitali non viene
imposto un metodo - la leva, tanto per intenderci - a favore di
un altro (per esempio le riserve, strada preferita al momento
dall'Italia).
Sta di fatto che varie forme di coscrizione stanno tornando
in Europa. La Lettonia l'ha reintrodotta (dal 2028 7.500 uomini
saranno chiamati ogni anno) e persino la Germania ci sta
pensando. Anche se molti citano il modello ibrido svedese -
introdotto dopo l'annessione della Crimea - come un esempio.
Tutti i diciottenni, infatti, devono presentarsi
(obbligatoriamente) per una valutazione: ogni anno solo il 5-10%
circa sia degli uomini che delle donne prende parte al servizio
militare e vengono reclutati solo i giovani disposti a farlo.
Un'opzione più dolce della vecchia naja, certamente, che
certifica però la fine di un'era. Come testimonia anche il fatto
che la Germania sta lavorando ad un piano nazionale sui bunker.
Il Paese ne ha pochi, avendo dismesso quelli del passato. E la
Bild scrive che il governo solleciterà i cittadini ad attrezzare
garage e cantine per procurarsi postazioni sicure negli edifici
in cui vivono. La guerra in Europa ha smesso ormai da tempo di
essere un tabù.
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