L'Ucraina ha utilizzato per la prima volta i missili a lungo raggio americani Atacms per colpire in profondità il territorio russo, nel giorno - il 19 novembre - in cui Mosca ha adottato la nuova dottrina nucleare che rende possibile una rappresaglia atomica anche nel caso di un attacco massiccio missilistico dal territorio ucraino. Il ministero della Difesa di Mosca ha riferito che durante la notte le forze di Kiev hanno lanciato 6 Atacms sulla regione di confine russa di Bryansk, due giorni dopo le indiscrezioni pubblicate dal New York Times secondo le quali Washington ha dato l'autorizzazione all'utilizzo dei vettori: 5 sono stati abbattuti dai sistemi di difesa Pantsir e S-400, ha aggiunto il dicastero russo, mentre un sesto è stato colpito ma i suoi detriti sono caduti su una "struttura militare" provocando un incendio. Non sono segnalati morti o feriti. In precedenza, il comando delle forze armate ucraine aveva annunciato un bombardamento, andato a segno, su un deposito di munizioni vicino a Karachev, circa 130 chilometri dal confine ucraino, ma non aveva confermato l'utilizzo dei missili americani.
Una fonte militare citata dalla testata Rbc Ucraina aveva invece detto che erano stati impiegati proprio gli Atacms. L'Ucraina ha "capacità a lungo raggio e useremo tutto questo", ha esultato il presidente Volodymyr Zelensky. Ma il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, dal G20 di Rio de Janeiro, ha affermato che si è trattato in sostanza di un attacco diretto americano, e questo fa fare al conflitto un salto "qualitativo". "È impossibile usare questi missili ad alta tecnologia senza gli americani e riteniamo che non un singolo Atacms possa essere usato senza la partecipazione di specialisti statunitensi, reagiremo in modo appropriato", ha avvertito il capo della diplomazia russa. Che poi ha detto di sperare che in Occidente venga letta la nuova dottrina nucleare russa.
Il documento, firmato dal presidente Vladimir Putin, prevede che le armi atomiche vengano usate "come misura estrema e ultima risorsa" a scopo di difesa. Ma ne amplia la possibilità di impiego per rispondere a una possibile "minaccia critica alla sovranità e all'integrità territoriale" della Russia o della Bielorussia, sua stretta alleata. Inoltre, un'aggressione "da parte di uno Stato non nucleare con il coinvolgimento o il sostegno di uno Stato nucleare, sarà considerata come un attacco congiunto". Alla domanda se ciò significhi che la Russia potrebbe dare una risposta nucleare anche ad attacchi non nucleari da parte dell'Ucraina con l'uso di missili occidentali, il portavoce del Cremlino ha risposto affermativamente. "Sì, è menzionato", ha detto Dmitry Peskov.
Ma la dottrina limita l'uso delle armi nucleari ai casi in cui sia in atto un attacco "massiccio" alla Russia con mezzi aerei e missilistici che violino il confine di Stato. La Casa Bianca ha reagito parlando di "retorica irresponsabile" da parte di Mosca, ma ha aggiunto di non vedere la necessità di rivedere la postura o dottrina nucleare degli Usa perché la revisione di quella russa era attesa da tempo. Il Cremlino, fra l'altro, ha accompagnato l'annuncio con un messaggio distensivo verso il prossimo presidente americano. Se Donald Trump sarà pronto ad "ascoltare le preoccupazioni" della Russia e a "capire le ragioni per cui la Russia sta agendo in questo modo", sarà possibile un dialogo "per il raggiungimento della pace", ha detto Peskov.
Gli attacchi con gli Atacms non fermano per ora l'avanzata nell'est dell'Ucraina delle truppe russe, che oggi hanno rivendicato la conquista di un altro villaggio, quello di Novoselidovka (Novoselydivka in ucraino), a Nord della cittadina industriale di Kurakhovo (Kurakhove), nella regione di Donetsk, verso la quale stanno marciando. Da parte loro le autorità ucraine hanno denunciato un bombardamento russo sulla regione settentrionale di Sumy che avrebbe colpito un dormitorio nella cittadina di Glukhov uccidendo 12 persone, tra cui un bambino.
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