BRUXELLES - Non solo batterie e idrogeno, anche imballaggi ed economia circolare possono essere una leva chiave per la decarbonizzazione a un costo contenuto. E la Commissione europea dovrebbe tenerne conto nel massiccio 'Piano per l'industria pulita' che dovrebbe veder la luce a Palazzo Berlaymont a fine febbraio. A lanciare l'appello è il Conai, il consorzio nazionale imballaggi, nel corso di una tavola rotonda che al Parlamento europeo di Bruxelles ha riunito allo stesso tavolo un fronte nutrito e trasversale di eurodeputati italiani, dalla promotrice della riunione Elena Donazzan (Fdi) alle eurodeputate dem Annalisa Corrado e Camilla Laureti, passando per il forzista Massimiliano Salini e ai Conservatori Pietro Fiocchi e Nicola Procaccini. A Bruxelles Conai porta l'esperienza di una realtà associativa che ha saputo conciliare sviluppo economico e sforzo ambientale, in un'Italia leader in termini di "economia circolare con il 18% dei materiali" provenienti dai settori economici "riciclati", come evidenziato dal presidente Conai Ignazio Capuano. In Europa 'secondi' solo ai Paesi Bassi. Un sistema di associazioni che porta 1,9 miliardi di euro di contributo al Pil italiano, con un giro di affari di oltre 3 miliardi euro all'anno. Da Capuano la richiesta alle istituzioni di "allargare" il principio di "economia circolare e fare entrare altri sistemi e altri materiali". Un assist che da Bruxelles potrebbe arrivare attraverso la futura 'Legge per l'economia circolare' annunciata tra le responsabilità della commissaria per l'Ambiente, Jessika Roswall. Un 'atto' legislativo su cui l'esecutivo comunitario sta già "raccogliendo possibili idee e sviluppando soluzioni", e che prenderà spunto dal "report Draghi e dalla dichiarazione di Anversa per lo sviluppo dell'economia circolare come leva della competitività", ha confermato Vincenzo Gente, rappresentante della Direzione generale ambiente della Commissione europea. Da Donazzan a Salini, la necessità di non dar voce solo a un approccio ideologico mette d'accordo gli eurodeputati italiani, che proprio sul divisivo regolamento sul packaging hanno fatto sistema a Bruxelles nei negoziati per valorizzare il ruolo del riciclo, sui cui l'Italia vanta una solida esperienza.
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