VALLETTA - Ci si aspettava almeno un confronto, invece sono volate solo minacce. L'arrivo di Serghei Lavrov al vertice Osce di Malta - la prima volta del ministro degli Esteri russo in territorio Ue dall'inizio della guerra in Ucraina - non ha segnato infatti alcun passo avanti nel processo di pace ma anzi si è trasformato nell'ennesimo scontro tra Mosca da una parte e Washington e Kiev dall'altra. "Il mondo assiste a un ritorno della Guerra Fredda ma con un rischio molto più alto che da fredda si trasformi in calda", ha sentenziato Lavrov durante il suo discorso al vertice organizzato dalla presidenza di turno maltese dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa.
Un intervento segnato dalle proteste di diverse delegazioni europee, tra cui quelle dei Paesi Baltici, della Polonia e della Repubblica Ceca, che hanno abbandonato platealmente la sala non appena il russo ha preso la parola. Il coriaceo capo della diplomazia di Mosca ha poi continuato inscenando un vero e proprio show, accusando gli Stati Uniti di voler "soggiogare l'Ue, l'Osce, il Pacifico, il Golfo di Taiwan e la penisola coreana" e sferrando attacchi contro le presunte "falsità degli ucraini" dato che, secondo lui, a Bucha nel 2022 "avrebbero posizionato cadaveri a favore delle telecamere della Bbc". A quel punto la replica del segretario di Stato Usa Antony Blinken non ha potuto che essere altrettanto pirotecnica: "Siamo stati colpiti da uno tsunami di disinformazione", ha affermato rivolgendosi alla sedia vuota di Lavrov, che nel frattempo aveva già abbandonato la sala.
"Non lasciamo che le sue parole ci ingannino: qui non si parla di sicurezza della Russia ma del suo progetto imperiale che mira a cancellare l'Ucraina dalle cartine geografiche". Sulla stessa lunghezza d'onda il ministro degli Esteri ucraino Andrij Sybiha, anche lui presente al summit, che ha definito il collega russo "un criminale di guerra": "Quando Mosca dice di voler parlare di pace mente - ha accusato -. Guardate le loro azioni, continuano a bombardare civili e minacciare una catastrofe nucleare".
Ma se a Malta tra Usa e Russia pubblicamente volano gli stracci qualcosa tra Mosca e Washington, alla viglia dell'arrivo di Donald Trump, si muove lo stesso. In mattinata infatti è arrivata la conferma che i capi di Stato maggiore americano e russo, Charles Brown e Valery Gerasimov, hanno avuto una conversazione telefonica sull'Ucraina e altri argomenti relativi alla sicurezza. Schiacciata tra i due giganti vacilla invece la compattezza del fronte Ue, che al vertice si presentava senza la neo nominata alto rappresentante Kaja Kallas.
Non piace a tutti poi la scelta della leadership maltese di aver concesso il visto a Lavrov, contro il quale si sono levate proteste da parte di diverse delegazioni, che avrebbero preferito l'esclusione del rappresentante del Cremlino (com'era peraltro avvenuto al vertice ministeriale del 2022 in Polonia). Ma a frammentare ulteriormente la posizione dell'Unione sull'isolamento della Russia ci pensano le delegazioni ungherese e slovacca: i ministri Szijjártó e Blanár hanno accettato di rompere il fronte comune e hanno incontrato Lavrov per una stretta di mano e un breve colloquio.
Dietro i toni incendiari del dibattito, l'Osce segna però una piccola vittoria. È stato sbloccato l'accordo sulle nuove cariche, con la nomina del turco Feridun Sinirlioğlu a segretario generale, bilanciata dalla proposta di una presidenza cipriota per il 2027. Rimane invece incerto quale Paese guiderà la presidenza nel 2026 dopo quella finlandese prevista per l'anno prossimo. Anno in cui, rivelano fonti Osce, l'organizzazione spera di tornare con una sua missione sul terreno in Ucraina. Ritorno che potrà avvenire però solo dopo un cessate il fuoco, che al momento appare ancora molto lontano.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA