BRUXELLES - "Israele è un interlocutore fondamentale per garantire la stabilità in Siria e nella regione: le sue legittime preoccupazioni in materia di sicurezza dovrebbero essere affrontate, consentendo a tutti i siriani di godere finalmente della sicurezza e della possibilità di partecipare alla costruzione della nuova Siria". Lo ha detto un portavoce del servizio di azione esterna della Commissione europea, rispondendo a una domanda sul dispiegamento delle Forze di difesa d'Israele (Idf) nella zona cuscinetto tra Siria e Israele. "In generale chiediamo a tutti gli attori esterni di rispettare la sovranità, l'unità e l'integrità territoriale della Siria", ha aggiunto.
"I rifugiati siriani sognano da 10 anni di poter tornare nel loro Paese e ci sono elementi che fanno ben sperare ma al momento è prematuro valutare gli effetti sulla dimensione migratoria", ha aggiunto il portavoce. "Il rientro o meno nel Paese è una decisione individuale, per ora giudichiamo che non ci siano le condizioni per rimpatri sicuri e dignitosi in Siria", ha precisato.
"La caduta del regime criminale di Assad segna un momento storico per il popolo siriano, esortiamo tutti gli attori a evitare ulteriori violenze, a garantire la protezione dei civili e a rispettare il diritto internazionale, compreso il diritto umanitario internazionale", si legge in una dichiarazione dell'alto rappresentante. "Esortiamo in particolare a proteggere i membri di tutte le minoranze, comprese quelle cristiane e di altre confessioni non maggioritarie, nonché a garantire la sicurezza dei cittadini stranieri e il rispetto delle rappresentanze diplomatiche a Damasco", si legge ancora.
"Il nostro pensiero va a tutte le vittime del regime di Assad e alle vittime del conflitto siriano: tutti i siriani devono avere la possibilità di conoscere la verità sulla sorte dei loro cari, oggi siamo al fianco di tutti i siriani, sia nel Paese che nella diaspora, che sono pieni di speranza, ma anche di coloro che temono un futuro incerto: tutti devono avere l'opportunità di riunificare, stabilizzare e ricostruire il loro Paese, ripristinare la giustizia e garantire la responsabilità", si legge nella dichiarazione pubblicata dopo una serie di contatti con i governi europei.
"È fondamentale preservare l'integrità territoriale della Siria e rispettare la sua indipendenza, la sua sovranità e le istituzioni statali, nonché respingere ogni forma di estremismo", sottolinea Kallas rimarcando anche l'importanza di proteggere "il patrimonio culturale" siriano. "Ora più che mai, è imperativo che tutte le parti interessate si impegnino in un dialogo inclusivo, guidato dalla Siria e di sua proprietà, su tutte le questioni chiave per garantire una transizione ordinata, pacifica e inclusiva, nello spirito della Risoluzione 2254 dell'Onu. In questo periodo critico, l'Unione europea è al fianco del popolo siriano e rimane in stretto contatto con i partner della regione e con i principali partner internazionali", si legge nella dichiarazione nella quale l'Ue ribadiscono il loro sostegno all'inviato Onu per la Siria Geir Pedersen.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha acuto un colloquio telefonico con il re di Giordania Abdullah II sulle conseguenze della caduta del regime di Assad per la Siria e la regione. "Per noi, l'integrità territoriale della Siria e la protezione delle minoranze sono fondamentali, resteremo in stretto contatto data la situazione instabile", ha riferito von der Leyen su X, indicando di avere in programma altri colloqui "con altri leader regionali oggi e nei prossimi giorni".
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