BRUXELLES - "Ci possono essere preoccupazioni legittime, ma alcuni, in particolare all'estrema destra, fanno di questo argomento una lotta ideologica che non ha nulla a che fare con la razionalità economica. L'industria dell'automobile elettrica, in termini di posti di lavoro o di vendite all'estero, sarà l'orgoglio europeo tra pochi anni". Lo ha detto il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Stéphane Séjourné, in un'intervista al quotidiano francese Les Echos.
"Dobbiamo lavorare sulle infrastrutture" e "definire strategie commerciali, ad esempio creando un mercato di seconda mano per i veicoli elettrici, incentivando le flotte aziendali, che rappresentano oltre il 50% degli acquisti di nuovi veicoli, ad adottare auto elettriche", ha evidenziato il francese, indicando anche la necessità di "utilizzare la leva degli appalti pubblici".
Séjourné prende tempo poi sull'idea - sostenuta dall'Italia e altri sei Paesi - di anticipare di un anno, al 2025, la revisione delle norme già in vigore (che prevedono lo stop al 2035 della vendita di nuovi veicoli a benzina e a diesel) per scongiurare multe alle case automobilistiche che non riescono a centrare i target intermedi di taglio delle emissioni di Co2. "Prima di decidere, lasciare passare l'anno per valutare la reale condizione della filiera e capire perché alcuni costruttori raggiungono gli obiettivi e altri no", ha sottolineato, esprimendo tuttavia la volontà di "continuare a sostenere i costruttori nella transizione" e "non penalizzarli".
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