BRUXELLES - L'Ue "prenderà in considerazione misure aggiuntive" contro la Georgia dopo la repressione delle proteste di piazza esplose dopo le contestazioni del risultato elettorale e il rinvio del processo di adesione all'Ue. Lo riferisce il Servizio di azione esterna europeo in una nota, esortando il partito di governo di Tbilisi, Sogno Georgiano, alla de-escalation. "La violenza non è la risposta alle richieste dei manifestanti per un futuro democratico ed europeo della Georgia", evidenzia Bruxelles, aggiungendo che "il persistente arretramento democratico e i mezzi repressivi utilizzati dalle autorità georgiane hanno conseguenze sulle relazioni bilaterali".
Le possibili nuove sanzioni saranno sul tavolo del prossimo Consiglio affari esteri, in programma il 16 dicembre. "Per quasi due settimane, il popolo georgiano ha difeso le proprie aspirazioni democratiche ed europee, affrontando la forza brutale e illegale della polizia mentre esercitava il proprio diritto alla libertà di espressione. Le detenzioni arbitrarie di manifestanti e leader dell'opposizione continuano, con rappresentanti dei media specificamente presi di mira dalle autorità di polizia e da gruppi violenti. Oltre 400 persone sono state arrestate e più di 300 hanno subito violenze e maltrattamenti", denuncia l'Ue, riferendo che "rapporti inquietanti da parte di organizzazioni della società civile e del difensore pubblico della Georgia indicano violenze gravi e intenzionali, sollevando credibili preoccupazioni di tortura e trattamento inumano". L'Ue, si legge ancora nella nota, "deplora" le "azioni repressive" e chiede "l'immediato rilascio di tutte le persone detenute, la fine delle diffuse intimidazioni, persecuzioni politiche, torture segnalate e maltrattamenti dei cittadini". "I diritti fondamentali, come il diritto alla libertà di riunione pacifica e di espressione, devono essere rispettati e tutelati in linea con la Costituzione della Georgia e gli obblighi internazionali", ammonisce Bruxelles, chiedendo che "tutte le accuse di tortura e maltrattamenti" siano "indagate in modo credibile" e incoraggiando "le organizzazioni locali e internazionali e il difensore pubblico a continuare a documentare le diffuse violazioni dei diritti umani". Viene inoltre ricordato che "è stata la linea di condotta" del Sogno Georgiano "a portare all'arresto di fatto del processo di adesione all'Ue".
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