(di Marcello Campo)
La scure di Bruxelles si abbatte
su Viktor Orban: per la prima volta nella storia la Commissione
europea nega un miliardo di euro di fondi Ue, come ritorsione
contro l'atteggiamento di Budapest, accusata di non aver fatto
abbastanza, come più volte richiesto, per il ripristino dello
Stato di diritto. L'Ungheria era finita nella lente di Bruxelles
in seguito a numerosi casi di corruzione negli appalti pubblici
e di mancanza di trasparenza in aperta violazione dei principi
europei.
Una mossa contro cui s'è scagliata la Lega, alleata al
Parlamento europeo nel gruppo dei Patrioti, a Fidesz, il partito
del premier magiaro: "Il taglio dei fondi europei all'Ungheria è
un vergognoso attacco ai diritti, alla libertà, alla solidarietà
e alla democrazia", è il duro commento di Via Bellerio.
Questo miliardo, definitivamente negato a Budapest, fa parte
delle risorse destinate all'Ungheria ma già congelate da anni
dalla Commissione preoccupata dall'operato di Orban. Si tratta
di fondi che erano stati stanziati nell'ambito di programmi a
sostegno alle aree strutturalmente deboli.
Già nel 2022 Bruxelles aveva avviato una procedura di
"condizionalità" contro l'Ungheria, con l'obiettivo di bloccare
gli esborsi europei se Orban non avesse fatto passi avanti sul
fronte della tutela della giustizia e della legalità.
Budapest nel frattempo, tra mille proteste e passi falsi, ha
intrapreso un cammino di riforme che hanno comunque permesso di
sbloccare alcuni fondi. Tuttavia, ancora un totale di 19
miliardi di euro è rimasto congelato. E secondo le scadenze
stabilite nel regolamento sulla condizionalità dell'Ue, "la
prima tranche di impegni sospesi", che ammontava appunto a 1,04
miliardi di euro, è scaduta ieri, alla fine del 2024. E in
quest'occasione la Commissione ha stabilito che nell'azione di
Orban non ci fosse alcun presupposto per una sua revoca. Per
cui, addio miliardo.
Una sconfitta certamente economica ma soprattutto politica
perchè arriva esattamente alla fine del semestre di presidenza
ungherese del Consiglio Ue, durante il quale la disinvoltura con
cui Viktor Orban ha aperto il dialogo con Vladimir Putin sul
dossier ucraino, la sua volontà di avviare un negoziato senza
alcun mandato da parte dell'Ue, ha fatto indignare la stragrande
maggioranza delle cancellerie.
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