ROMA - Gli ucraini sono pronti a discutere "in modo flessibile" di pace, ma in maggioranza sono contrari ad una pace "a ogni costo". A dicembre coloro che avrebbero accettato un "rinvio della liberazione dei territori temporaneamente occupati" dai russi ma sono risolutamente contrari all'imposizione russa del divieto di aderire alla Nato, che considerano "inaccettabile", seppure venisse concesso di aderire all'Unione europea, sono il 47% - contro il 41% dei favorevoli -, in leggero calo rispetto a giugno quando i contrari erano il 54%. Questo è uno dei risultati di un sondaggio compiuto dall'Istituto internazionale di Sociologia di Kiev (Kiis) citato da Rbc-Ucraina.
I sondaggisti, scrive Rbc, hanno posto agli intervistati tre opzioni "a pacchetto", il primo dei quali già citato. Negli altri due è stato chiesto se si fosse d'accordo con l'opzione dell'adesione a Nato e Ue, pur rinunciando per ora alla restituzione di territori invasi e della Crimea da parte di Mosca, ed il 64% degli intervistati si è detto favorevole, a fronte di un 21% "categoricamente contrario", mentre lo scorso giugno i favorevoli erano il 47% e i contrari il 38%.
La terza opzione teorica di pace offerta agli intervistati prevedeva l'adesione a Nato e Ue e la restituzione delle regioni occupate di Zaporizhzhia e Kherson, ma il "rinvio della liberazione" del Donbass e della Crimea, ed ha riscosso l'adesione del 60% con un 26% di contrari - a giugno i favorevoli erano il 54% e i contrari il 33%. "L'atteggiamento nei confronti delle opzioni offerte mostra che se queste comprendessero richieste attualmente avanzate dalla Russia, che compaiono regolarmente sui media, la maggioranza assoluta le rifiuterebbe categoricamente", si legge nelle conclusioni del sondaggio Kiis, citate da Rbc-Ucraina.
In un secondo sondaggio di Kiis, sempre citato da Rbc, si dà conto che il 51% degli ucraini intervistati in via di principio a dicembre era contrario a concessioni territoriali alla Russia: in leggero calo rispetto al dato del 58% di ottobre (prima dell'elezione di Trump, ndr) e a fronte di un 32% di intervistati che invece si sono dichiarati favorevoli ad "alcune concessioni" in ottobre, passato al 38% in dicembre.
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