BRUXELLES - L'Europa inizia a ribellarsi alle sparate di Elon Musk su X - che possiede - e guarda con preoccupazione ai prossimi passi dell'uomo più ricco del mondo, specie nel quadro delle elezioni in Germania, dove il patron di Tesla si è apertamente schierato con l'estrema destra di Alternative für Deutschland (Afd) tanto che, giovedì prossimo, pare sia deciso a organizzare uno streaming con la sua leader Alice Weidel. C'è però una distinzione importante da stilare. Ad alzare la voce per ora sono le capitali - Berlino, Parigi e Londra in testa - mentre invece l'Unione Europea si sta muovendo con passo più felpato, chiedendo a Musk di agire "entro i limiti legali" e di non utilizzare l'ex Twitter "in modo improprio".
Ma partiamo dalle critiche. Emmanuel Macron, nel corso del suo discorso agli ambasciatori francesi, pur senza nominare il visionario magnate di origine sudafricana lo ha bollato come il capo di una "nuova internazionale reazionaria". "Dieci anni fa - ha detto - se ci avessero detto che il proprietario di uno dei principali social network al mondo sarebbe intervenuto direttamente nelle elezioni, comprese quelle in Germania, chi lo avrebbe immaginato?".
Macron (per ora) è stato risparmiato dagli strali di Musk e anzi lo ha ospitato da Notre Dame per la cerimonia di riapertura. Rapporti cordiali, dunque. L'esatto opposto di quanto sta accadendo al premier britannico Keir Starmer, accusato da Musk di "complicità" negli abusi sessuali 'storici' compiuti su bambine e ragazze da gang di pedofili d'origine asiatica in Inghilterra. "Basta diffondere bugie e disinformazione", ha dichiarato Starmer. Che poi è stato nuovamente attaccato dal boss di X con la definizione di "uomo totalmente spregevole".
E l'Ue, in tutto questo? Nella sua faretra, infatti, ha il Digital Service Act (Dsa), la clava voluta dall'ex commissario Thierry Breton - silurato da Ursula von der Leyen con il benestare dell'Eliseo - proprio per difendere l'Unione dai colossi di Big Tech. "La libertà di espressione è alla base del Dsa, che non è stato concepito per censurare alcunché", ha detto un portavoce della Commissione. Musk, in questo quadro, è dunque libero di commentare "come vuole" la politica europea. Alla Commissione più che altro interessa come si comporta X. "Le piattaforme online di grandi dimensioni devono analizzare e mitigare i rischi potenziali in diversi ambiti, compresi i processi elettorali e il discorso civico", ha aggiunto.
Il portavoce ha infine reso noto che "i servizi della Commissione, insieme ai coordinatori dei servizi digitali tedeschi, hanno deciso che le organizzazioni della società civile e le grandi piattaforme online, tra cui X, ospiteranno una tavola rotonda il 24 gennaio di quest'anno, prima del voto in Germania, per discutere dei rischi in vista di tali elezioni". Un primo avvertimento, insomma.
Non solo. Lo streaming con Weidel, evidenzia l'esecutivo Ue, "potrebbe benissimo diventare parte dell'indagine in corso su X" ma prima si dovrà vedere se avrà veramente luogo e quali saranno "le modalità". La chiave sta nell'algoritmo: spingerà lo streaming in modo improprio? E più in generale: favorirà l'Afd nella campagna elettorale? Il Dsa prevede multe fino al 6% del fatturato se le violazioni sono conclamate. Va da sé che usare il bazooka contro Musk non è una passeggiata, per mille ragioni la prima delle quali si chiama Donald Trump.
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