STRASBURGO - La Grecia ha violato i diritti di una donna turca respingendola verso il suo Paese d'origine senza esaminare i rischi che avrebbe potuto correre di essere sottoposta a trattamenti inumani e degradanti. La donna, di cui la Corte non rivela le generalità, era scappata in Grecia nel maggio del 2019 dopo essere stata condannata in Turchia a 6 anni e 3 mesi di reclusione per appartenenza a l'organizzazione descritta dalle autorità turche come "terroristica fetullahista", che Ankara considera colpevole del tentato golpe nel 2016.
La donna, il cui fratello era in Grecia, ha attraversato il confine, ma poche ore dopo, senza tenere conto della sua richiesta d'asilo, è stata respinta insieme ad altri verso la Turchia, dove è stata arrestata e incarcerata. La Cedu ha stabilito che Atene dovrà versare alla donna 20mila euro per danni morali. Nel rendere nota questa condanna la Corte di Strasburgo ha evidenziato di aver invece rigettato il ricorso di un minore afgano respinto dalla Grecia verso la Turchia nel 2020, perché non ha presentato prove sufficienti sui fatti di cui accusa la Grecia. Il ragazzo ha nel frattempo ottenuto lo status di rifugiato da Atene.
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