(di Mattia Bernardo Bagnoli)
"Sono profondamente grato
all'Italia e al popolo italiano per il loro incrollabile
sostegno: insieme possiamo avvicinare una pace giusta".
Volodymyr Zelensky emerge dopo un'ora di bilaterale a Palazzo
Chigi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al termine
di una giornata piena d'incontri iniziata alla base militare di
Ramstein, in Germania. E domani sarà la volta del capo dello
Stato, Sergio Mattarella. Avrebbe dovuto incontrare anche Joe
Biden, ma il presidente Usa ha annullato il viaggio all'ultimo
minuto a causa degli incendi a Los Angeles.
Meloni lo ha tranquillizzato, ribadendo "il sostegno a 360
gradi che l'Italia assicura e continuerà ad assicurare alla
legittima difesa dell'Ucraina". Il ciclone-Trump si sta per
abbattere sull'Europa, sulla Nato, sul mondo interno, e nessuno
più di Zelensky rischia di esserne travolto. "Sto facendo del
mio meglio per porre fine a questa guerra con dignità, per
l'Ucraina e per tutta l'Europa, entro quest'anno", ha giurato a
Ramstein in occasione dell'ultima riunione del Gruppo di
Contatto - a trazione Usa - dell'epoca Biden. Poi sarà un salto
nel buio. Non è neppure chiaro cosa sarà di questa sorta di Lega
per Kiev - copyright del capo del Pentagono Lloyd Austin, che il
gruppo l'ha fondato - dato che Trump potrebbe silurarlo. "Non
voglio commentare sui passi che prenderà la prossima
amministrazione", ha affermato con garbo Austin in conferenza
stampa.
Il mini-vertice, alla presenza dei ministri della Difesa di
circa 50 Paesi (ma quelli che contano davvero sono gli alleati
della Nato) nonché del segretario generale dell'Alleanza e
dell'alto rappresentante Ue Kaja Kallas, serviva per dare
l'ultima spinta certa alle forze armate ucraine, impegnate in
una delicatissima fase del conflitto, tra morale basso (fioccano
le diserzioni), territori persi nel Donbass, sortite avventurose
nel Kursk e ordinari bombardamenti russi nelle città (almeno 19
civili morti nelle ultime 24 ore). Il sentiero tra conflitto e
negoziato è strettissimo e a Ramstein è rispuntato il tema delle
truppe occidentali schierate in Ucraina. "Il nostro obiettivo -
ha dichiarato Zelensky - è trovare quanti più strumenti
possibili per costringere la Russia alla pace e credo che il
dispiegamento di contingenti dei partner sarebbe uno dei
migliori strumenti".
Gli alleati non si sono presentati a mani vuote. Gli Usa
hanno annunciato un nuovo pacchetto di aiuti da 500 milioni di
dollari che comprende anche missili per la difesa aerea. Londra
invece fornirà nell'arco del 2025 - in collaborazione con la
Lettonia e gli altri compagni della coalizione apposita - ben
30mila droni di tipo Fpv. "Questi droni all'avanguardia
aiuteranno l'Ucraina a combattere l'aggressione russa,
consentendo alle forze armate di manovrare oltre le difese aeree
russe per colpire le postazioni nemiche e i veicoli corazzati",
ha spiegato il ministero della Difesa britannico. Zelensky ha
incoraggiato gli alleati a investire in Ucraina proprio per la
localizzazione della produzione dei droni - "vogliamo
fabbricarne un numero record" - e ha lasciato intendere di star
negoziando con gli Usa pure per la localizzazione di certe
difese aeree. Ma qui, come al solito, del futuro "non v'è
certezza".
"Siamo qui oggi per essere sicuri che l'Ucraina abbia ciò che
le serve in termini di equipaggiamento e addestramento per
prolungare la battaglia e prevalere", ha suonato la carica il
segretario generale della Nato Mark Rutte, che avrebbe dovuto
poi visitare il Quartier Generale alleato per l'assistenza alla
sicurezza e l'addestramento dell'Ucraina (Nsatu) a Wiesbaden -
creato appositamente per mitigare un eventuale disimpegno di
Trump dal Gruppo di Contatto - ma poi è stato costretto a
cancellare il viaggio. "La Russia - ha aggiunto Rutte - vuole
naturalmente prendere l'Ucraina ma in ballo non c'è solo
l'Ucraina: il mondo sta guardando e alla fine conterà molto,
dato il contesto geopolitico, se Kiev avrà un buon accordo,
quando deciderà di entrare nei negoziati, oppure no". Ecco
perché è cruciale che la pace non sia una capitolazione.
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