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>>>ANSA/Stellantis, ok termine 2035 ma rivedere modi transizione

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Imparato a Bruxelles: 'Migliorare il caricamento delle e-car'

BRUXELLES, 10 gennaio 2025, 18:13

Redazione ANSA

ANSACheck

(di Marcello Campo) Il termine del 2035 entro cui porre fine alle emissioni non è un problema. Il problema è invece riuscire ad "allineare il ritmo e il modo" con cui arrivarci senza devastare un settore, quello dell'automotive, che rischia nei prossimi anni una tragedia sociale ed occupazionale dalle dimensioni inestimabili. Da Bruxelles, dove si è aperta l'edizione numero 101 del salone dell'auto, Jean-Philippe Imparato, capo europeo del gruppo Stellantis, fa il punto sul difficile dibattito circa i costi della transizione verde. Un intervento che arriva pochi giorni dopo l'annuncio della creazione da parte dei produttori di auto di un pool per evitare le multe che scatteranno già quest'anno per chi non si adegua alle norme sulle emissioni. Secondo le stime ammonterebbero solo quest'anno a circa 16 miliardi di euro. Per Stellantis c'è poi la sfida della scelta del nuovo Ceo e, secondo quanto riporta oggi il Corriere della Sera, sarebbe stato sondato anche Mike Manley che ha lavorato nel passato nel gruppo Chrysler poi assorbito da Fiat dove ha lavorato al rilancio del marchio Jeep.
    I temi sul tappeto del Salone di Bruxelles hanno guardato comunque al contesto. "Il problema per noi non è il 2035. Il problema - ha sottolineato Imparato - sono i prossimi tre o cinque anni. La fase di avvio è più importante di quella finale.
    L'obiettivo finale è chiaro. Se si vuole risolvere il problema delle emissioni della mobilità personale bisogna passare all'elettrico. La questione dell'obiettivo non è un problema, ma è il ritmo, il passo, la velocità, le condizioni, i metodi che usiamo per arrivarci che devono essere allineati. E la buona notizia - ha osservato - è che vedo molte delle nostre autorità e delle parti interessate scoprire la portata della questione".
    Imparato non ha fornito dettagli sulla strategia del pool ma ha voluto mettere l'accento che la decisione dei produttori di lavorare insieme "corrisponde al miglior interesse di tutti".
    "Una scelta - ha aggiunto - non solo guidata da considerazioni finanziarie ma dal fatto che non volevo mettere il mio popolo di fronte a un muro, perché quando si affronta un muro, si può lanciare l'allarme che si vuole, ma non si cambia nulla". Anche parlando del suo approccio aziendale molto pragmatico. Imparato, ha sottolineato che "non ha energie da perdere per combattere il mondo". Il suo obiettivo è trovare soluzioni, consapevole che bisogna mettere insieme d'accordo il mercato, i produttori e il decisore europeo. Per questo, lo scopo dell'associazione di categoria, l'Acea, la European Automobile Manufacturers Association, è unirsi a "protezione dei clienti e anche dei dipendenti". Imparato ha concluso in moco chiaro che, tramontata la stagione degli incentivi, bisogna supportare in qualche modo il settore subito, già nei prossimi anni. Ha annunciato che nei prossimi mesi ci saranno già macchine elettriche sotto i 20mila euro. ma resta il problema della carica. "E' necessario - ha osservato - migliorare il sistema di caricamento delle auto elettriche: ha totalmente ragione chi vuole una colonnina di ricarica vicina e chi, per ripartire con la propria macchina, non vuole metterci due ore ma non più di 20 minuti. So bene che a lungo termine tutti risolveranno il problema delle infrastrutture, ma so anche che nei prossimi cinque anni non sarà così. Ecco perché - ha concluso - abbiamo bisogno di questo tipo di supporto da parte delle autorità e del regolatore per proteggere i nostri clienti e i nostri dipendenti".
   

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