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>ANSA-FOCUS/La Svizzera insiste, 'pronti a ospitare Trump-Putin'

>ANSA-FOCUS/La Svizzera insiste, 'pronti a ospitare Trump-Putin'

Dopo la Slovacchia anche la Serbia si fa avanti per il vertice

BRUXELLES, 12 gennaio 2025, 19:55

Redazione ANSA

ANSACheck

(di Michele Esposito) Dopo la Slovacchia si fanno avanti Serbia e soprattutto Svizzera: è ormai partita la corsa per ospitare quello che si configura come il faccia a faccia più atteso degli ultimi anni, il vertice tra Donald Trump e Vladimir Putin. L'appuntamento è tutt'altro che fissato e vede per ora il disaccordo dell'Ue, ma entrambi i presidenti hanno dato la propria disponibilità. "Lo stiamo organizzando", ha anticipato Trump pochi giorni fa mentre il Cremlino ha confermato che non ci sono "condizioni preliminari" per l'avvio del dialogo.
    In questo contesto il luogo dell'incontro appare una scelta cruciale. E la Svizzera, forte della sua neutralità e di un passato che l'ha vista teatro di alcuni dei principali vertici della storia recente, si è fatta avanti. "Dopo il vertice di Bürgenstock, l'Ucraina, la Russia e gli Stati Uniti sono stati regolarmente informati della nostra disponibilità a sostenere qualsiasi sforzo diplomatico per stabilire la pace", ha spiegato al quotidiano elvetico Le Temps Nicolas Bideau, portavoce del Ministero degli Esteri di Berna, aggiungendo che le autorità elvetiche, oltre a mettere a disposizione il loro territorio, non svolgeranno alcun ruolo nell'iniziativa.
    Poche ore dopo è stato il presidente serbo Alexandar Vucic ad uscire allo scoperto, dicendosi interessato a ospitare il vertice tra il futuro presidente americano e lo Zar. "La Serbia ha uno dei più alti livelli di sostegno a Trump tra i Paesi europei, pur mantenendo un forte favore pubblico per Putin, il che potrebbe renderla un terreno neutrale adatto per un incontro di così alto profilo", ha sottolineato Vucic, che nei giorni scorsi ha invece protestato contro il presidente Joe Biden per le sanzioni imposte da Washington al gruppo petrolifero serbo Nis.
    Svizzera e Serbia si aggiungono alla Slovacchia, che a fine dicembre - dopo la visita del primo ministro Robert Fico a Mosca - si era proposta per prima per ospitare i colloqui di pace sulla guerra in Ucraina. Tutti e tre i Paesi, c'è da dire, aderiscono alla Corte Penale Internazionale che il 17 marzo del 2023 ha spiccato un mandato di arresto internazionale proprio per Putin, per i crimini di guerra in Ucraina.
    La corsa ad ospitare il faccia a faccia è, in ogni caso, un chiaro indizio che, per Volodymyr Zelensky, molto potrebbe cambiare dopo il 20 gennaio. Nonostante la cattura dei due soldati nordcoreani (che Kiev ha proposto di scambiare con i prigionieri ucraini in mano ai russi), non sono settimane semplici per il presidente ucraino, che affronta crescenti criticità sul terreno. Mosca ha annunciato di aver conquistato due villaggi, uno nella regione di Kharkiv e l'altro nell'Oblast di Donetsk. A Pokrovsk, città militarmente strategica del Dombass, l'esercito ucraino ha ammesso che la situazione è difficile e che il nemico, ormai alle porte, ha isolato il centro abitato rispetto all'esterno. Il presidente ucraino continua a ricevere il fermo sostegno dell'Ue e lo stesso è accaduto nel corso della sua recente visita a Roma, ma l'arrivo di Trump darà forza a chi, come Ungheria e Slovacchia, vuole la fine della guerra. E in Germania, la costante crescita di AfD in vista del voto del 23 febbraio rappresenta un altro, funesto, campanello d'allarme per Kiev.
   

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