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>ANSA-FOCUS/ Frederiksen incalza l'Ue, 'la Groenlandia è danese'

>ANSA-FOCUS/ Frederiksen incalza l'Ue, 'la Groenlandia è danese'

Incontri con Scholz, Macron, Rutte. Primo colloquio Kallas-Rubio

BRUXELLES, 28 gennaio 2025, 19:54

Redazione ANSA

ANSACheck

(di Michele Esposito) Parigi, Berlino e Bruxelles, sponda Nato: dopo la telefonata di fuoco avuta nei giorni scorsi con Donald Trump la premier danese Mette Frederiksen ha deciso di correre ai ripari e assicurarsi che, se il caso Groenlandia dovesse clamorosamente aggravarsi, non sarà sola al cospetto degli Stati Uniti.

Le parole di Trump sull'annessione della regione autonoma danese, a Copenaghen, ormai sono prese molto sul serio.

E, in vista delle elezioni groenlandesi previste ad aprile, sulle quali si addensa l'ombra dell'ingerenza dell'amministrazione americana, il governo danese cerca di serrare le fila attorno alla sua posizione.
    In dodici ore Frederiksen ha messo in campo un mini-tour europeo che, ha spiegato la stessa premier, le ha permesso di toccare con mano il "grande sostegno" di due delle principali cancellerie europee. "E' assolutamente necessario rispettare il territorio e la sovranità degli Stati, che è un elemento essenziale della comunità internazionale, di questa comunità internazionale che abbiamo costruito insieme dalla Seconda guerra mondiale", ha sottolineato Frederiksen dopo l'incontro con il presidente Emmanuel Macron all'Eliseo. Poco prima, a Berlino, il cancelliere Olaf Scholz era tornato ad affermare chiaramente che "i confini non possono essere spostati con la forza".
    Il quartiere generale Nato è stata l'ultima tappa del mini-tour di Frederiksen. Quella meno semplice, forse, vista la posizione a dir poco delicata di Mark Rutte, alle prese con una difficile mediazione tra gli Usa di Trump e l'Europa, e non certo solo sul caso Groenlandia. Il segretario generale della Nato ha scelto la linea della massima prudenza, nel presentare l'incontro con Frederiksen. "Abbiamo discusso di come stiamo lavorando insieme per migliorare la sicurezza nel Mar Baltico, sostenere l'Ucraina e investire di più nella difesa, anche nel Grande Nord", sono state le sue parole su X. Una prudenza che, parlando con i giornalisti a Bruxelles, anche Frederiksen ha scelto di abbracciare. "Non ho motivo di credere che ci sia una minaccia militare contro la Groenlandia o la Danimarca", ha infatti dichiarato. Sul caso Groenlandia, del resto, l'Ue sin dall'inizio ha scelto di tenere un basso profilo, applaudito tra l'altro anche da Rutte. E non è un caso che a nessuno dei tre incontri della premier danese sia seguito un punto stampa congiunto con il suo interlocutore.
    Al di là della forma, tuttavia, il tema c'è ed è strettamente legato all'imprevedibilità di Trump. Il ministro degli Esteri danese Lars Lokke Rasmussen è tornato a ribadire che il futuro della Groenlandia sarà deciso dal suo popolo. "Trump non l'avrà", ha tuonato da Copenaghen. Martedì, la Danimarca ha annunciato un piano da 2 miliardi di euro per rafforzare la sicurezza dell'Artico, che tra le mire di Cina e Russia e le esternazioni di Trump, rischia di veder evaporare la propria stabilità. Una buona notizia, per la Danimarca, potrebbe però essere arrivata dal primo colloquio telefonico di alto livello tra Ue e Usa, quello tra l'Alto Rappresentante Kaja Kallas e il segretario di Stato Marco Rubio. Un colloquio focalizzato sugli interessi comuni di Washington e Bruxelles, a cominciare dall'esercitare "una massima pressione" su Mosca. "Insieme siamo più forti", ha sottolineato Kallas provando a diradare le nubi nere che aleggiano sull'alleanza transatlantica.
   

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