(di Valentina Brini)
I colori sono quelli
dell'Arizona, ma la guida politica è quella dei Conservatori Ue.
Dopo otto mesi di estenuanti trattative, il Belgio ha finalmente
un governo federale: il leader sarà Bart De Wever, sindaco di
Anversa dal passato separatista, a capo di una coalizione
variegata.
La sua destra fiamminga dell'N-va tiene le redini, ma a bordo ci sono anche i centristi e i liberali valloni (Mouvement réformateur e Les Engagés), i socialisti fiamminghi di Vooruit e i cristiano-democratici del Cd&V.
"Alea iacta
est!", ha esultato De Wever su X dopo aver informato il re
Filippo della fumata bianca. Un risultato tutt'altro che
scontato, viste le profonde divergenze tra le diverse anime
della squadra di governo sui nodi cruciali dell'agenda di
governo, a partire dal bilancio.
Con il voto del 9 giugno il Belgio ha vissuto un vero
scossone elettorale. In Vallonia, storicamente roccaforte della
sinistra, la sorpresa è stata il Mouvement Réformateur, il
partito liberale affiliato in Europa a Renew, che si è imposto
con il 10,2% dei voti, superando ogni aspettativa. Nelle
Fiandre, invece, l'N-Va di De Wever si è confermato primo
partito con un solido 16,7%, lasciandosi alle spalle l'estrema
destra del Vlaams Belang al 13,8%. Un risultato che ha permesso
ai conversatori fiamminghi di affermarsi a livello nazionale,
portando il premier uscente liberale Alexander De Croo ad
annunciare le sue dimissioni tra le lacrime.
Le trattative per formare il nuovo governo però si sono
rivelate più complicate del previsto e De Croo è rimasto in
carica ad interim. Nei giorni scorsi, dopo otto mesi sulle
montagne russe, il re ha dato un ultimatum a De Wever: formare
un nuovo governo entro la fine di gennaio o affrontare nuove
elezioni. L'intesa alla fine è arrivata dopo una maratona di
colloqui all'Accademia Militare Reale, a due passi dalle
istituzioni dell'Ue, e il naufragio anche dei piani iniziali di
incontrarsi al castello di Val Duchesse, teatro di diversi
accordi governativi passati, a causa di un problema al
riscaldamento.
Laureato in storia all'Università Cattolica di Leuven, De
Wever diventa il primo nazionalista fiammingo a guidare il Paese
e il terzo premier dei Conservatori Ue (Ecr), insieme a Giorgia
Meloni e al ceco Petr Fiala. Il sindaco di Anversa ha
trasformato l'N-Va in una macchina politica vincente,
consolidandola come primo partito delle Fiandre e dell'intero
Belgio. Famoso per le sue posizioni conservatrici e il suo
sostegno all'indipendenza fiamminga, ha inizialmente spinto per
la secessione delle Fiandre, virando poi verso un progetto di
confederalismo. La partita, per lui, ora sarà quella di formare
una squadra di governo basandosi su un complicato Cencelli, tra
sensibilità politiche diverse e storiche rivalità linguistiche.
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