"Le attività dell'uomo nel loro precipitoso sviluppo sono in grado di determinare, in molte parti del mondo, l'eliminazione di habitat e di minacciare la sopravvivenza di specie autoctone che a tali habitat sono legate - si legge in una nota del Wildlife Research Center del Parco della Maiella - Invece, in altre aree del pianeta, l'abbandono delle zone rurali può aver determinato condizioni ecologiche del tutto nuove, per le quali sia predatori sia prede tendono a migrare nelle aree fortemente antropizzate e a uscire dalle 'consuete' aree di rifugio. Altre specie si sono stabilite nelle aree urbane, con quotidiane problematiche relative alla convivenza con l'uomo".
La scienza o, per certi versi, "l'arte del catturare gli animali selvatici, antica ambizione dell'uomo che si è radicalmente evoluta di recente - spiega Simone Angelucci, responsabile Ufficio Veterinario del Parco della Maiella - assume, in questa epoca chiamata Antropocene, una valenza nuova e fondamentale nel modulare le relazioni tra uomini, ambiente e animali selvatici. Le tecniche di cattura assumono un ruolo cruciale anche nella conoscenza e nelle attività di controllo delle malattie nelle popolazioni animali. Ora è necessario sviluppare migliori pratiche che integrino le metodologie di cattura fisiche e farmacologiche con le più recenti acquisizioni relative a etologia, fisiologia e condizioni di benessere per ogni singola specie in ogni particolare contesto ecologico".
Le iscrizioni sono aperte fino al 25 agosto prossimo sul sito www.wildlifecapturesymposium.it .
Riproduzione riservata © Copyright ANSA