BRUXELLES - Nell'Unione europea che fra meno di un mese affronterà delle elezioni decisive per il suo futuro, chi un futuro sembra non averlo, almeno dal punto di vista lavorativo, è quasi la metà dei giovani del Mezzogiorno. Ed anche per la disoccupazione di lunga durata i dati sono allarmanti: nel Sud e nelle isole, tra il 2017 e il 2018, è cresciuta ancora ed ha superato la barriera del 65% contro una media Ue scesa dal 44,9 al 43,2%. A scattare l'impietosa fotografia è stata Eurostat con la diffusione dei dati sull'andamento della disoccupazione nelle tante amministrazioni regionali in cui sono divisi i Paesi membri dell'Unione.
Mentre nell'Alta Baviera tedesca sono disoccupati appena 4 giovani su 100 (il tasso più basso d'Europa), in Sicilia, Campania e Calabria è senza lavoro oltre un ragazzo su due. E i rispettivi tassi di disoccupazione giovanile (il 53,6% per Sicilia e Campania e il 52,7 per la Calabria) collocano queste regioni al settimo e al nono posto nella classifica delle 'peggiori dieci' tra le 280 dell'Ue. Dove a far registrare quote ancora più preoccupanti sono solo alcune aree della Grecia, i territori d'oltremare francesi di Mayotte e Guadalupa e le enclave spagnole in Marocco di Ceuta e Melilla. Inoltre, in controtendenza rispetto alle medie dell'Italia e dell'intera Unione, dove la disoccupazione giovanile è scesa rispettivamente dal 34,7 al 32,2% e dal 16,8 al 15,2% negli ultimi due anni, in Sicilia è salita dal 52,9 al 53,6%.
I dati Eurostat ribadiscono poi ancora una volta come all'interno dell'Europa, ma anche dell'Italia, ci sia una netta divisione tra Nord e Sud. Non serve infatti spingersi fino in Germania per trovare tassi di disoccupazioni giovanile decisamente inferiori alla media italiana. E' il caso dell'Emilia-Romagna (17,8%), della Lombardia (20,8%) o del Veneto (21%). Per non parlare dei 'soliti' record delle Province autonome di Trento (15,3%) e Bolzano (9,2%). Il dato sui giovani rispecchia il quadro dipinto dalle statistiche sull'intera popolazione in età da lavoro (15-74 anni). Contro una media Ue del 6,9%, in Europa ci sono 30 regioni che hanno percentuali di disoccupazione superiori al doppio. E cinque di queste sono concentrate nel Mezzogiorno d' Italia: Calabria (21,6%), Sicilia (21,5%), Campania (20,4%), Puglia (16,1%,) e Sardegna (15,4%).
Dai numeri di Eurostat emerge poi il rischio che per queste regioni la mancanza di lavoro non rimanga solo una condizione temporanea. In Italia nel 2018 è infatti cresciuta la disoccupazione cosiddetta 'di lunga durata' (almeno 12 mesi) passata dal 57,9 al 58,1% e solo la Bulgaria ha fatto registrare un andamento analogo attestandosi al 58,4%. In Grecia e Slovacchia la disoccupazione di lunga durata è stata lo scorso anno ancora più alta (rispettivamente il 70,4 e il 61,8%), ma comunque in flessione rispetto all'anno precedente. Ancora una volta sono poi il Sud e le isole italiane a distinguersi per i cattivi risultati, con quote che superano il 65%. In questo caso, detentrice del record italiano è la Calabria (69,6%), che salendo di 1,5 punti percentuali in un anno ha scalzato dal gradino più alto di questo poco invidiabile podio il Molise, dove la disoccupazione di lunga durata è invece scesa dal 72,8% al 69%.
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