Lo afferma il capogruppo socialista, Gianni Pittella, specificando che l'accordo Ppe-S&D di inizio legislatura per la riconferma di Martin Schulz all' Europarlamento prevedeva sì l'alternanza con un candidato del Ppe "ma prevedeva anche che ci fosse un socialista alla guida del Consiglio", l'ex premier danese Helle Thorning-Schmidt, "ma quell'accordo è stato disatteso dall'inizio dai popolari", che scelsero Donald Tusk.
Quindi "noi insistiamo su Schulz perché garantisce forza al Parlamento in un momento in cui le istituzioni Ue vengono indebolite". Il 7 dicembre lo S&D rinnoverà la carica di capogruppo, per la quale Pittella si è ufficialmente ricandidato venerdì scorso, ed il sostegno a Schulz. Se poi il Ppe non lo voterà "decideremo con Renzi, Hollande e gli altri leader socialisti" cosa fare per la presidenza del Consiglio. Il Ppe "è il gruppo più grande al Parlamento europeo" ed "abbiammo l'aspirazione di avere la presidenza, ma siamo pronti al dialogo e credo che riusciremo a trovare un accordo". Lo ha detto il capogruppo dei popolari europei, Manfred Weber, a chi chiedeva quale sarà la posizione del Ppe davanti alla determinazione dei socialisti di riconfermare Martin Schulz anche per la seconda metà della legislatura. Il Ppe ha fissato per il 17 novembre la riunione per definire il candidato ufficiale alla presidenza del Parlamento europeo. Secondo quanto indicano fonti interne dei popolari, oltre all'italiano Antonio Tajani potrebbero essere in corsa anche i francesi Alain Lamassoure e Francoise Grossetete, lo spagnolo Esteban Gonzalez Pons ed il tedesco David McAllister.
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