"L'Italia e soprattutto i Comuni non sempre sono riusciti a cogliere le opportunità dell'Europa, anche attraverso gli strumenti finanziari", spiega De Meo. C'è bisogno di una giusta formazione, che veda le strutture comunali e quelle delle Regioni sempre più pronte e preparate a ragionare con la mentalità europea". Sarebbe anche necessario "aumentare la quota di accessibilità diretta degli enti locali. La maggior parte dei fondi, soprattutto quelli strutturali - sottolinea infatti De Meo - transitano per le Regioni, che molto spesso fanno un po' da imbuto" e "non sempre riescono anche nella fase di negoziazione a saper rappresentare bene quelle che sono le vere esigenze del territorio". Nella battaglia per ridurre le distanze tra l'Ue e i territori, De Meo potrà far valere anche l'esperienza fatta al Comitato europeo delle Regioni (CdR), di cui sarà membro fino al prossimo 20 febbraio. "In questo ruolo ho potuto maturare una visione più ampia di quella che è la funzione del CdR: un ruolo cerniera, tra le istituzioni europee e gli enti locali". Da eurodeputato, spiega De Meo, "vorrei continuare a giocare un ruolo affinché il Comitato non venga coinvolto solo teoricamente, in fase preventiva, ma possa avere maggior peso". De Meo è preoccupato per i tagli alla politica di coesione contenuti nella proposta della Commissione Ue per il bilancio pluriennale 2021-2027. "Dobbiamo rimuovere le disuguaglianze e le disparità che ci sono sui territori nazionali e in europa. Ci sono diverse velocità, ci sono tanti aspetti che vanno rivisti, e quindi l'ipotetico" taglio dei fondi della politica di coesione è "un dato su cui far riflettere ancora". De Meo annuncia infine che, dopo l'ingresso nell'Europarlamento, lascerà l'incarico di sindaco: "Eserciterò l'opzione dei famosi 30 giorni così come prevede la norma. Il tempo di organizzare le cose e lascerò l'incarico".
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