"Ho di recente incontrato alcuni attivisti di Fridays For Future - spiega Evi - e dal nostro proficuo confronto è emersa la necessità di chiedere conto alla Commissione di una proposta che si pone un obiettivo decisamente poco ambizioso rispetto a quello del 60% avanzato dal Parlamento europeo e comunque ancora lontano dal 65% richiesto dalla scienza che io ho difeso con i miei emendamenti. Ma c'è un altro aspetto, decisamente rilevante, che mi ha indotto a procedere con l'interrogazione parlamentare. Nel calcolo di riduzione delle emissioni, la Commissione propone di includere anche gli assorbimenti, vale a dire le emissioni assorbite dalle foreste, dal suolo e da possibili tecnologie".
Secondo l'europarlamentare "questo tipo di calcolo ridurrebbe di fatto l'obiettivo a un livello compreso tra il 50.5% e il 52.8%, mettendo a rischio il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 e l'ottemperanza dell'Ue agli impegni presi nell'Accordo di Parigi".
Evi spiega dunque che con l'interrogazione intende chiedere alla Commissione "di separare i due obiettivi, quello di riduzione e quello di assorbimento delle emissioni", ma anche "di stabilire un metodo di conteggio che assicuri che il carbonio immagazzinato dalle foreste e dal suolo non si riversi nuovamente nell'ambiente" e che "alcuni settori e Paesi vadano oltre l'obiettivo di neutralità climatica per ridurre le concentrazioni di CO2 a livelli sicuri".
L'europarlamentare si augura infine "che i negoziati sulla legge sul clima, attualmente in corso, tengano conto di questi elementi, perché per risolvere il degrado climatico non abbiamo bisogno di escamotage contabili, ma di obiettivi chiari, ambiziosi e trasparenti".
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