La proposta del certificato digitale verde, una sorta di passaporto per chi è riuscito a vaccinarsi, è poco utile se la campagna vaccinale europea è ferma o avanza a passo di lumaca e rischia, inoltre, di dare un messaggio sbagliato agli europei".
Così Mario Furore,
europarlamentare del M5S in una nota.
"La Commissione deve concentrarsi piuttosto su come arrivare
a una vera produzione europea dei vaccini, visto che - come
ammesso oggi da Massimo Galli, professore malattie infettive
dell'università degli Studi di Milano - la carenza di vaccini in
Europa è dovuta al fatto che vengono prodotti altrove, in
particolare negli Stati Uniti. Per questa ragione il M5S propone
di sviluppare una produzione europea dei vaccini utilizzando le
regole dell'Omc/Wto che prevedono la cessione delle licenze in
casi eccezionali".
Furore ricorda che "vogliamo tutti far ripartire il turismo e
garantire la libera circolazione dei cittadini in sicurezza ma
sia chiaro che la soluzione non è un passaporto per quei pochi
che sono riusciti finora a garantirsi il vaccino, ma è quella di
dare il vaccino a tutti".
"Nutriamo molti dubbi sulla strategia europea del certificato
digitale verde che verrà lanciata domani", aggiunge la collega
Laura Ferrara. "Pur condividendo gli obiettivi della Commissione
di far ripartire in tutta sicurezza il turismo e di coordinare a
livello Ue le misure che possano garantire la libera
circolazione dei cittadini, allo stato attuale i cosiddetti
passaporti vaccinali rischiano di creare pericolose fratture
nella popolazione. Un soggetto non vaccinato per i ritardi di
Big Pharma non ha meno diritti di uno vaccinato".
Secondo Ferrara "è nostro compito lavorare a garantire
parità di condizioni fra i cittadini e non alimentare divisioni
o addirittura discriminazioni".
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