"Eni è una delle principali aziende mondiali di gas e petrolio, proprio quelle fonti fossili alle quali è imputabile buona parte dell'inquinamento e dell'emergenza climatica che siamo chiamati ad affrontare. E proprio mentre si cerca di indirizzare gli sforzi europei al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal, decretando la fine dell'utilizzo delle fonti fossili, viene consentito ad Eni di ripulirsi l'immagine attraverso un palcoscenico d'eccezione, presentandosi agli occhi degli Italiani come azienda attenta all'ambiente", prosegue Evi, secondo la quale si tratta di "una palese ipocrisia, visto che Eni continua a investire sul gas e sul petrolio, è il principale emettitore italiano di gas serra, una delle aziende più inquinanti del pianeta e responsabile, tra le altre cose, degli impianti di stoccaggio di CO2 nei fondali marini a largo di Ravenna".
"Ancora una volta l'Italia si schiera dalla parte sbagliata della storia e mentre si moltiplicano le battaglie per inchiodare le aziende alle responsabilità dei danni ambientali provocati, non solo nell'Ue, ma anche in paesi terzi, noi accendiamo le telecamere su Eni, srotolando anche il tappeto rosso e facendoci complici di una delle più oscene operazioni di greenwashing a memoria d'uomo", conclude l'eurodeputata.
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