Così in una nota l'eurodeputata dei Verdi Eleonora Evi.
"La disparità di potere nei vertici aziendali è inaccettabile,
in Italia il numero di donne che ricopre il ruolo di
amministratore delegato si attesta intorno al 3% del totale.
Pertanto, sono felice che nei negoziati il Parlamento Ue sia
riuscito a colmare una serie di lacune presenti nel testo del
Consiglio", prosegue Evi.
"Siamo riusciti, infatti, a fare in modo che nelle società
quotate almeno il 40% degli incarichi da amministratori non
esecutivi dovranno essere occupati dal genere sottorappresentato
entro la fine di giugno 2026. Grazie alla spinta dei Verdi, sono
state incluse nel campo di applicazione della direttiva anche le
aziende che impiegano meno del 10% del sesso sottorappresentato
e abbiamo reso più severe le condizioni per sospendere la
direttiva", spiega l'eurodeputata.
"Tuttavia, gli obiettivi avrebbero potuto essere più ambiziosi,
soprattutto in merito all'introduzione di una clausola di
sospensione, di cui siamo però riusciti a ridurre l'impatto. La
parità di genere è uno dei principi fondanti la politica dei
Verdi, per questo continueremo a lavorare duramente per
migliorare il testo legislativo, la cui revisione è prevista nel
2030, e monitoreremo attentamente l'attuazione della direttiva e
gli avanzamenti in merito da parte degli Stati membri" ,
conclude Evi.
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