"Tutti i contributi sono utili
per il lavoro di negoziazione" sulla legge europea
sull'intelligenza artificiale (IA) che "stiamo portando avanti
tra Parlamento e Consiglio, ma in Parlamento c'è una posizione
nettamente maggioritaria nel volere degli obblighi, magari
limitati ma chiari, per gli sviluppatori dei modelli più
potenti". Lo ha detto all'ANSA Brando Benifei, capodelegazione
degli Eurodeputati Pd al Parlamento Europeo e relatore dell'AI
Act, commentando il documento di Italia, Francia e Germania in
cui i tre Stati dichiarano di opporsi alla "introduzione di
norme non testate" riguardanti modelli di fondazione come GPT-4,
alla base del chatbot ChatGPT, preferendo piuttosto
"un'autoregolamentazione obbligatoria attraverso codici di
condotta".
"Se si incaponiscono su questa linea - ha avvertito - non
troveremo un accordo, ma non credo che sarà così. Il Parlamento
europeo non è disposto ad accettare autoregolamentazioni light
per i modelli più potenti" ha spiegato Benifei, aprendo comunque
alla possibilità di limitare il campo di applicazione di questa
specifica regolamentazione. Gli obblighi che dovrebbero essere
importi dalla normativa Ue ai modelli più potenti devono essere
non solo chiari, ma anche "sanzionabili", ha aggiunto
l'europarlamentare, specificando che nella proposta di Roma,
Parigi e Berlino invece "non c'è nessun incentivo a rispettare
le regole auto-attribuite".
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