In una risposta ad
un'interrogazione dell'eurodeputata dei Verdi Rosa D'Amato sulla
crisi del settore della miticultura a Taranto, la Commissione Ue
ha sottolineato come "altre possibilità sono a disposizione
degli Stati membri, nel quadro delle norme in materia di aiuti
di Stato, per sostenere le imprese del settore della pesca e
dell'acquacoltura al di là dei 30mila euro previsti come
massimale per triennio nell'ambito del regolamento Ue 'de
minimis".
Nella sua interrogazione D'amato ha sottolineato come "le
imprese tarantine della pesca, in particolare quelle del settore
della mitilicoltura, sono impossibilitate ad accedere al regime
de minimis in quanto gli aiuti concessi, nell'arco del triennio,
superano la soglia dei 30mila euro, un limite che non tiene
conto della particolare situazione di difficoltà in cui si
trovano a operare queste imprese, e non certo per colpa loro".
Secondo la presidente della Commissione europea, "gli Stati
membri possono ad esempio esaminare le opzioni disponibili nel
regolamento di esenzione per categoria per il settore della
pesca", ossia il regolamento Ue 2022/2473, "che esenta un gran
numero di misure dall'obbligo di notifica". Inoltre, "gli Stati
membri possono elaborare misure a norma degli orientamenti in
materia di aiuti di Stato applicabili al settore della pesca e
dell'acquacoltura e notificare alla Commissione per
approvazione", ha aggiunto la Commissione Ue nella risposta.
"Gli strumenti per aiutare i pescatori tarantini ci sono. Il
governo di Meloni e Fitto la smetta di perdere tempo e non pensi
solo a salvare l'ex Ilva a scapito della salute dei cittadini.
C'è un comparto fondamentale per il tessuto economico e sociale
della città che va tutelato, subito", ha reagito in una nota
D'Amato dopo la risposta della Commissione Ue.
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