"Merita un approfondimento in
tutte le sedi la notizia pubblicata dal settimanale L'Espresso
del viaggio in Azerbaijan dal 6 al 9 febbraio scorso di tre
deputati italiani durante le elezioni nel Paese asiatico e le
loro successive dichiarazioni. I deputati Salvatore Caiata e
Andrea Di Giuseppe di Fratelli d'Italia e Naike Gruppioni di
Italia Viva sono andati a monitorare le elezioni, ma non si sa
bene a quale titolo, visto che per questo c'era una delegazione
dell'Ocse, che ha segnalato la mancanza di opposizioni e di
giornalisti, in elezioni in cui il presidente Aliyev ha ottenuto
il quinto mandato con il 92% dei voti". Lo dice in una una nota
Sabrina Pignedoli, europarlamentare del movimento 5 Stelle.
"Se l'Osce ha espresso dubbi sul voto, i tre deputati hanno
invece dichiarato in perfetto stile nordcoreano che tutto è
andato benissimo. Sappiamo che l'Azerbaigian mantiene ottimi
rapporti commerciali con l'Italia, che importa metano e petrolio
per 12 miliardi di euro all'anno ed esporta, anche armamenti,
per 400 milioni. Va bene la diplomazia, ma fare teatrini sullo
stato di diritto non è accettabile", prosegue Pignedoli.
"Con la risoluzione del 4 ottobre 2023, il Parlamento europeo
ha definito 'pulizia etnica' lo sgombero forzato da parte
dell'Azerbaigian di migliaia di armeni del Nagorno Karabakh,
durante la guerra del 2020 che ha causato quasi 9 mila morti. La
vendita di armi a un esercito che lo scorso settembre ha ripreso
a bombardare il Nagorno Karabakh è inaccettabile. Purtroppo si
parla di diritti umani solo quando non si hanno interessi
economici e geopolitici", conclude l'eurodeputata.
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