Un'uscita di scena rumorosa a meno di ventiquattro ore dalla presentazione della nuova Commissione europea. Thierry Breton se n'è andato da Palazzo Berlaymont sbattendo senza rimpianti la porta, ma lasciando dietro sé una lunga scia di accuse pubbliche rivolte a Ursula von der Leyen. Rea, a suo dire, di incarnare una leadership "discutibile" e accentratrice al punto tale di arrivare a chiedere in segreto a Parigi la testa del francese pur di non doversi addossare per altri cinque anni il peso di un rapporto mai sbocciato e che negli ultimi mesi si era ridotto ai minimi termini. Tutti, viene ripetuto a Bruxelles, sapevano "da quanto tempo le cose" tra lo scudiero di Emmanuel Macron e la tedesca "non funzionassero". E, seppur l'annuncio pubblico del liberale sia stato accolto con una certa sorpresa, l'ipotesi più accreditata è quella di una mossa pianificata già da tempo d'accordo con l'Eliseo.
L'addio con effetto immediato dell'ormai ex commissario al Mercato unico e alla Politica industriale dell'Ue, 69 anni e una carriera passata tra imprenditoria e politica, è stato suggellato da una lettera aperta - pubblicata su X - dai contorni di un 'j'accuse' sulla mancanza di trasparenza di von der Leyen che, nel mezzo dei complessi negoziati per formare la sua nuova squadra, lo avrebbe ripudiato offrendo alla Francia come merce di "scambio politico" un portafoglio "più influente".
Un'uscita di scena rumorosa a meno di ventiquattro ore dalla presentazione della nuova Commissione europea. Thierry Breton se n'è andato da Palazzo Berlaymont sbattendo senza rimpianti la porta, ma lasciando dietro sé una lunga scia di accuse pubbliche rivolte a Ursula von der Leyen. Rea, a suo dire, di incarnare una leadership "discutibile" e accentratrice al punto tale di arrivare a chiedere in segreto a Parigi la testa del francese pur di non doversi addossare per altri cinque anni il peso di un rapporto mai sbocciato e che negli ultimi mesi si era ridotto ai minimi termini. Tutti, viene ripetuto a Bruxelles, sapevano "da quanto tempo le cose" tra lo scudiero di Emmanuel Macron e la tedesca "non funzionassero". E, seppur l'annuncio pubblico del liberale sia stato accolto con una certa sorpresa, l'ipotesi più accreditata è quella di una mossa pianificata già da tempo d'accordo con l'Eliseo. L'addio con effetto immediato dell'ormai ex commissario al Mercato unico e alla Politica industriale dell'Ue, 69 anni e una carriera passata tra imprenditoria e politica, è stato suggellato da una lettera aperta - pubblicata su X - dai contorni di un 'j'accuse' sulla mancanza di trasparenza di von der Leyen che, nel mezzo dei complessi negoziati per formare la sua nuova squadra, lo avrebbe ripudiato offrendo alla Francia come merce di "scambio politico" un portafoglio "più influente".
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