"Sul punto più discusso,
riguardante il superamento delle restrizioni all'uso di armi
occidentali per colpire target militari in territorio russo, il
testo" del Parlamento europeo, "a differenza di quello portato
in votazione a luglio, è puntuale nel circoscrivere obiettivi e
condizioni, in linea con il diritto internazionale. Anche
rispetto a questo passaggio, fossi stato in aula, il mio voto
sarebbe stato dunque favorevole, in linea con quello del gruppo
dei Socialisti e Democratici europei". Lo scrive su X
l'eurodeputato Pd, Giorgio Gori.
Un impegno istituzionale in Italia non mi ha consentito oggi
di partecipare al voto del Parlamento europeo sulla risoluzione
di sostegno all'Ucraina. La mia posizione è però nota ai
colleghi della delegazione e desidero qui esprimerla con
trasparenza - spiega il dem -. Considero condivisibile il testo
della risoluzione, più accurato ed equilibrato rispetto a quello
approvato a luglio: grazie anche al contributo della delegazione
del Partito democratico, è stato inserito un importante
passaggio per sollecitare l'Unione europea ad un'iniziativa
diplomatica finalizzata al raggiungimento di una pace duratura e
giusta per il popolo ucraino.
"Personalmente - aggiunge -, considero infatti necessario che
l'Ucraina aggredita possa esercitare il suo legittimo diritto
all'autodifesa senza limitazioni nell'uso delle armi fornite dai
Paesi occidentali là dove questo è volto alla prevenzione di
attacchi contro la sua popolazione e le sue infrastrutture.
Quanto alla delegazione del Pd, che pure sul punto ha espresso
posizioni diversificate, con diversi voti contrari, credo sia da
sottolineare il larghissimo sostegno al testo complessivo della
risoluzione, che comprende anche il passaggio discusso".
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