Sul "contributo equo", incluso nel pacchetto connettività che prevede che le Big Tech siano chiamate a pagare parte dei costi delle infrastrutture di connessione fino ad ora sostenuti dai grandi gruppi delle tlc per lo sviluppo delle reti in fibra e al 5G in Europa, "vorremmo mantenere il modello che ha reso famosa l'Europa per i suoi ruoli digitali, ovvero il modello umano centrico in una società che va alla velocità della luce". Lo ha detto il direttore generale della Commissione Ue per le reti di comunicazione, Roberto Viola, intervenendo a un evento organizzato da 'Politico' in collaborazione con l'Associazione europea degli operatori di reti di telecomunicazioni (Etno).
Inoltre, "se qualcuno si aspetta di leggere" nella consultazione lanciata col pacchetto "che abbiamo già deciso in una direzione" rispetto alla modalità di pagamento del contributo equo (fair share) "non lo troverà", ha aggiunto Viola. "Si tratta quindi di una consultazione - ha concluso -. La regola del gioco è che le domande sono neutre, si risponde quello che si vuole poi noi leggiamo e analizziamo".
Viola ha poi aggiunto che non raggiungere gli obiettivi europei di connettività entro il 2030 - che prevedono almeno 1Gbps per tutte le famiglie europee e la copertura 5G in tutte le aree popolate - "sarebbe catastrofico". "Il concetto di società a distanza zero post-Covid prevede che si abbiano gli strumenti in termini di capacità, ma anche i mezzi per connettersi alla migliore università o al luogo di lavoro, ovunque essi siano, e lavorare insieme a persone in Canada, in India e in Australia", ha evidenziato l'alto funzionario Ue, indicando che "questa è la società del futuro" e "se migliaia di cittadini in Europa non vi partecipano è una catastrofe".
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