Pace fatta tra Ue e Taiwan sulle aste eoliche offshore. Le due parti, fa sapere la Commissione europea, hanno raggiunto un’intesa nel quadro dell'Organizzazione mondiale del commercio, dopo che a luglio scorso Bruxelles aveva richiesto consultazioni al Wto contestandone l'ammissibilità del contenuto locale e i criteri di aggiudicazione. Sostenendo, in sostanza, che queste misure favorivano i beni e i servizi taiwanesi rispetto a quelli importati, in violazione delle norme antidiscriminazione.
L’intesa è stata suggellata da uno scambio di lettere tra Sabine Weyand, la direttrice generale per il commercio della Commissione europea, e il ministro degli Affari economici di Taiwan, Jyh-Huei Kuo. Taiwan si è ora impegnata a introdurre "una maggiore flessibilità" nel modo in cui i progetti vincitori dell'ultima asta vengono portati avanti. Questa flessibilità aggiuntiva affronterà efficacemente le difficoltà di implementazione incontrate in passato dagli sviluppatori di energia eolica offshore, compresi quelli europei. Taiwan si è impegnata inoltre a non includere più requisiti di localizzazione nei futuri cicli di assegnazione, né come condizioni di ammissibilità né come criteri di assegnazione.
Il settore dell'energia eolica dell'Ue ha un fatturato annuo di 60 miliardi di euro (dato del 2024) e ha fornito circa 300mila posti di lavoro nell'Ue nel 2022. Bruxelles, da parte sua, si è impegnata a portare avanti la collaborazione con Taiwan per garantire la piena attuazione del percorso concordato.
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