Prenderà il via nelle prossime settimane, a livello tecnico, il gruppo di lavoro dell’Ue sulle conseguenze dello stop del gas russo in transito attraverso l'Ucraina verso la Slovacchia. La creazione del gruppo è stata decisa il 9 gennaio a seguito dell'incontro tra il commissario all'Energia Dan Jorgensen e il presidente slovacco, Robert Fico, a Bruxelles.
“Abbiamo avuto una buona e aperta discussione sulla situazione energetica e sulle implicazioni più ampie della fine del transito del gas russo attraverso l'Ucraina”, si legge in una nota congiunta diramata al termine dell’incontro, da cui è arrivata la promessa a continuare a “discutere da vicino questi temi, sia a livello politico che tecnico, tra la Slovacchia e la Commissione europea”. Il gruppo "seguirà e identificherà le opzioni basate su una valutazione congiunta della situazione e vedere come l'Ue può aiutare” Bratislava.
Del gruppo faranno parte alti funzionari della Commissione e della Slovacchia. La Commissione europea è già al lavoro per la sua istituzione e si aspetta che la prima riunione avvenga il prima possibile, nelle prossime settimane. L'istituzione del gruppo di lavoro nasce in risposta alle pressioni di Bratislava su Bruxelles dopo che a fine anno è scaduto il contratto quinquennale firmato nel 2019 tra Gazprom e Naftogaz per il transito del gas russo attraverso l'Ucraina verso i paesi dell'est dell'Unione Europea. La scelta di Bruxelles e di Kiev di non rinnovare l'accordo è dovuta al contesto geopolitico della guerra in corso sul territorio ucraino, ma è stata profondamente contestata dal premier slovacco.
Al termine dell'incontro, Fico in conferenza stampa ha evocato minacce di "misure compensative" nei confronti dell'Ucraina, con la possibilità di tagliare la fornitura elettrica d'emergenza a Kiev e di esercitare il suo potere di veto all'interno dell'Ue sulle questioni ucraine.
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