Nessun passo indietro sulle multe alle case automobilistiche, rivedere ora il sistema potrebbe "distorcere la concorrenza" e svantaggiare chi già si è mosso per tempo sugli investimenti. A confermarlo è il commissario per il Clima, Wopke Hoekstra, rispondendo questa settimana a un'interrogazione sulle sanzioni che scatteranno dal 2025 previste dal regolamento sulle emissioni CO2 delle nuove auto, che dal 2035 imporrà lo stop alla vendita di auto a combustione interna, diesel e benzina. Multe che potrebbero pesare fino a 15 miliardi di euro in dodici mesi, secondo le stime.
La Commissione Ue "è consapevole che alcuni costruttori di auto sono preoccupati di non raggiungere il proprio obiettivo per le emissioni per il 2025" ma "diversi altri importanti costruttori sono fiduciosi e si oppongono alla modifica del quadro: la modifica delle norme" sulle multe "causerebbe una distorsione delle condizioni di parità e porrebbe tali produttori in posizione di svantaggio competitivo", si legge nella risposta del commissario olandese.
L'interrogazione è stata promossa da un folto gruppo di eurodeputati dei gruppi di Europa delle Nazioni Sovrane, Patrioti per l'Europa e Conservatori e Riformisti, tra cui spiccano gli italiani della Lega Isabella Tovaglieri, Roberto Vannacci, Aldo Patriciello, Paolo Borchia, Anna Maria Cisint, Silvia Sardone, Susanna Ceccardi e Raffaele Stancanelli. Nella sua risposta il commissario olandese ricorda che le auto elettriche non "rappresentano l'unico modo per raggiungere gli obiettivi fissati", ma anche i veicoli ibridi, gli ibridi ricaricabili e l'impiego di veicoli più piccoli e più efficienti" possono contribuire. Conferma infine che non ci sarà un anticipo al 2025 della clausola di revisione, come richiesto a più riprese dal governo di Roma: "nel 2026 - si legge nell'interrogazione - la Commissione riesaminerà l'efficacia e gli effetti del regolamento" e il riesame si baserà sulla relazione relativa allo stato di avanzamento prevista entro la fine del 2025.
Se Bruxelles non intende fare passi indietro sulle multe, diverse delle principali case automobilistiche europee si stanno organizzando in ‘pool’ per figurare come un unico costruttore ai fini dell'adempimento degli obblighi comunitari sulle emissioni e 'compensare' eventuali falle acquistando crediti di carbonio dalle aziende di veicoli elettrici, tra cui Tesla e Polestar. Il meccanismo è volontario ed è previsto dalle norme sulle auto: la mossa consentirebbe di abbassare le medie complessive, evitando così le multe salate che scatteranno da quest'anno per chi non si adegua alle norme. Secondo una dichiarazione di intenti, depositata questa settimana alla Commissione europea, un primo 'pool' guidato da Tesla si sta formando con, tra le altre, Stellantis, Toyota, Ford, Mazda, Subaru, Alfa Romeo Peugeot. Un secondo pool, attualmente più ridotto, si sta costruendo attorno alla Mercedes tedesca con Polestar, Volvo Cars e Smart Automobile.
Ogni anno, la Commissione calcola le emissioni specifiche medie di CO2 del pool e l'obiettivo specifico di emissioni di CO2 del pool sulla base delle emissioni di CO2 e della massa di tutte le autovetture o i furgoni nuovi dei membri del pool che sono stati immatricolati nell'Ue, in Norvegia e in Islanda nell'anno civile in questione.
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